ROMA – Jobs act in 10 punti: licenziamenti, contratti, demansionamenti… Mancano ancora i decreti attuativi che faranno chiarezza definitiva per esempio sul contratto a tutele crescenti per i nuovo assunti che impatta direttamente sull’articolo 18, ma dopo il sì del Senato alla fiducia sulla delega fiscale, il Jobs act è legge.
Mentre Matteo Renzi esulta (“L’Italia cambia davvero”), la Confindustria attende i regolamenti attuativi per un giudizio finale e la Cgil sciopererà invece contro. Vediamo in 10 punti i contenuti della legge (grazie anche a una sintesi ragionata pubblicata dal Sole 24 Ore) e proviamo a capire come cambia il lavoro degli italiani.
Licenziamenti. Il nuovo contratto a tutele crescenti (quindi solo per i nuovi assunti) manda i soffitta il reintegro sul posto di lavoro per i licenziamenti economici. Scatta invece l’indennizzo economico che varia a secondo dell’anzianità di servizio. Resta il reintegro solo per i licenziamenti nulli e discriminatori. I decreti attuativi circoscriveranno definitivamente le fattispecie per cui varrà il reintegro per i licenziamenti disciplinari.
Contratti. Progressiva estinzione dell’era dei co.co.pro., i contratti a progetto. Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, con apprendistato e contratti a termine, diventerà la nuova forma prevalente. Il riordino delle forme contrattuali esistenti procederà della valutazione “dell’effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo”.
Demansionamenti. Viene rivista la disciplina delle mansioni dei lavoratori regolata dall’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori. Il passaggio da una mansione all’altra è più facile: tenendo conto della tutela del posto di lavoro è previsto anche il trasferimento a una mansione meno qualificata.
Aspi. L’ex indennità di disoccupazione verrà resa omogenea tra trattamenti ordinari e brevi. La durata della tutela sarà commisurata alla storia contributiva del lavoratore.
Cassa integrazione. Rimodulate le aliquote ordinarie. Escluse forme di integrazione salariale in caso di cessazione definitiva dell’attività aziendale o di un ramo di impresa. Mentre resteranno, seppur limitate, per le chiusure temporanee. L’accesso alla Cig sarà subordinato all’esaurimento di utilizzo dei contratti di solidarietà e verranno rivisti i limiti attuali di durata della cassa. Rimodulazione per le aliquote contributive ordinarie.
Fondi di solidarietà. Previsto un intervento sui Fondi di solidarietà bilaterali attivi nei settori non coperti da queste forme di tutela in costanza di rapporto di lavoro e che, in questi anni di crisi, hanno beneficiato del sistema delle deroghe. La delega parla di «fissazione di un termine certo» per il loro avvio anche attraverso l’introduzione di meccanismi standardizzati di concessione.
Controlli sul posto di lavoro. Stante l’evoluzione tecnologica, è prevista la revisione della disciplina dei controlli a distanza (telecamere) sugli impianti e sugli strumenti di lavoro. Le nuove misure riguarderanno solo i controlli degli impianti e non dei singoli lavoratori e verranno adottate “contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”.
Politiche attive. E’ previsto il varo di un’Agenzia nazionale per l’occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal ministero del Lavoro. Coordinerà i centri per l’impiego e gestirà l’erogazione dell’Aspi. Sarà coordinata con l’Inps.
Servizi ispettivi. Un’Agenzia Unica per le ispezioni sul lavoro integrerà i servizi finora svolti da ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, prevedendo anche forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle Aziende sanitarie locali e delle Agenzie regionali per la protezione ambientale.
Semplificazioni. L’obiettivo è “ridurre drasticamente” il numero di atti amministrativi necessari per ogni lavoratore. Per le imprese è prevista l’unificazione delle comunicazioni della Pa.