ROMA – Il governo Renzi ha approvato definitivamente il decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tutele crescenti. Nel provvedimento che modifica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sono compresi anche i licenziamenti collettivi (non sono state quindi ascoltate le richieste delle Commissioni lavoro di Camera e Senato).
Renzi presentando il Jobs Act ha detto: “Oggi è un giorno atteso da molti anni per una parte degli italiani, ma soprattutto atteso da un’intera generazione che ha visto la politica fare la guerra ai precari ma non al precariato. Noi rottamiamo un certo modello di diritto del lavoro e l’articolo 18, i co.co.co ed i co.co.pro”.
“Una generazione vede finalmente riconosciuto il proprio diritto ad avere tutele maggiori. Parole come mutuo, ferie, buonuscita, diritti entrano nel vocabolario di una generazione fino ad ora esclusa”.
“Con il via libera definitivo ai primi due decreti del Jobs Act su tutele crescenti e sul Naspi, quello che accadrà da ora che nessuno resta più solo quando perde il lavoro o viene licenziato”. “Circa 200.000 persone passeranno presto da contratti di collaborazione a un contratto di lavoro stabile”.
Quando il presidente della Repubblica firmerà i primi due decreti legislativi del Jobs act ”chi è licenziato avrà tutele in più e sarà più facile assumere. Ne valeva la pena. È la strada per rimettere in moto il Paese”. “Agli imprenditori abbiamo tolto ogni alibi, a chi dice che assumere non è conveniente. È la volta buona, ora o mai più. Dopo un anno di governo non avremmo pensato di essere a questo punto”.
Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha aggiunto che “In caso di gravi patologie, in aggiunta a quelle oncologiche già previste, si potrà trasformare il lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale. Basta quindi con ‘o stai a lavorare o vai a casa’”.
Il decreto del Governo sulle tipologie contrattuali vieta la stipula di nuove collaborazioni a progetto e prevede, per quelle in essere che ci sia una verifica. Nel caso il lavoro sia prevalentemente organizzato dal committente dovranno essere trasformate in rapporti di lavoro subordinato. Inoltre, fra le nuove norme sulla maternitò  ci sarà l’estensione del periodo di tempo per fruite dei permessi parentali da 3 anni a 6 anni.
“Abbiamo equiparato maternità e paternità con le adozioni o gli affidi perché riteniamo che quella famiglia ha gli stessi diritti”. Il congedo parentale facoltativo pagato il 30% dello stipendio potrà essere fruito fino a sei anni di vita del bambino (ora lo è fino a tre). Il congedo parentale non pagato potrà essere utilizzato dai sei anni fino a 12 anni di vita del bambino.