I manager italiani con gli stipendi più alti nel 2009 sono loro tre: Carlo Puri Negri (ex vicepresidente esecutivo di Pirelli Re) con quattordici milioni di euro, Claudio De Conto (ex direttore generale di Pirelli) con 7,3 milioni e Marco Tronchetti Provera (presidente di Pirelli) con 5,6 milioni.Dati ancora parziali, perché alcune società quotate in borsa non hanno ancora comunicato i propri dati, ma una curiosità che viene alla luce è che, almeno per i primi tre, per due di loro pesa molto l’effetto “liquidazione”. Infatti, a Puri Negri sono andati 9,4 milioni come indennità per anticipata cessazione del mandato, in un anno in cui la società ha chiuso con un rosso in bilancio di 104 milioni.
A De Conto, invece, sono spettati cinque milioni circa come liquidazione corrispondente a circa tre annualità. Mentre a Tronchetti Provera una quota del compenso, circa due milioni, sarà versata in futuro in percentuale variabile, condizionata al raggiungimento di determinati obiettivi, sulla base del piano di incentivazione per i vertici. Se si contano invece sono le venti società italiane a maggior capitalizzazione e i loro massimi dirigenti, allora in testa alla classifica troviamo Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat (e Ferrari) con 5.177.000 euro.
Segue Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo torinese, a quota 4.782.000 euro. Poi Pier Francesco Guarguaglini, numero uno di Finmeccanica, con 4.712.000 euro. Molti dei compensi di questo 2009 sono nettamente superiori a quelli dell’anno precedente. Ad esempio, sono in crescita sia quelli di Montezemolo sia quelli di Marchionne. Per il primo, il grosso del compenso (4,5 milioni tra fisso e variabile) è dovuto alla carica in Ferrari. Per il secondo, a tre milioni di emolumenti e 1,3 milioni di bonus e altri incentivi. E per tutti e due ci sono le somme accantonate nel 2009 dalle società, 824 mila euro per il primo e 961 mila euro per il secondo, in caso di interruzione del rapporto di collaborazione.
Gli aumenti di stipendio proseguono anche in alcune delle posizioni successive: dall’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, con 4,3 milioni contro i 3,5 milioni del 2008 a Paolo Scaroni, alla guida dell’Eni, con quasi 4,3 milioni rispetto ai 3,1 milioni del 2008. Seguono Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa, con 3,8 milioni (circa tre milioni nel 2008, quando la banca aveva dimezzato i bonus variabili) e Fedele Confalonieri di Mediaset (3,5 milioni).
Nel 2008 i primi tre posti della classifica erano occupati da Roberto Tunioli di Datalogic con oltre 8 milioni di euro, al secondo posto Luca Majocchi della Seat con quasi 8 milioni. In terza posizione Enrico Parazzini di Telecom Italia con poco più di 7 milioni di euro.
