«Nonostante il difficile contesto di riferimento – fanno sapere dai vertici – l’azienda ha chiuso l’esercizio con un fatturato di 2.252 milioni di euro e raggiunto un risultato operativo di 195,3 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto all’esercizio precedente».
Il bilancio 2007-08 aveva raggiunto quota 2.263 milioni di euro. Dunque, l’anno della crisi ha portato in casa della Nutella più efficienza e maggiore attenzione ai costi. L’utile netto è salito a 115,8 milioni di euro, con un’incidenza sui ricavi del 5,1%, mentre il flusso di liquidità generato dalla gestione reddituale ammonta a 238,4 milioni di euro.
«La società – dicono ancora dalla Ferrero – ha continuato la propria politica di investimento in innovazione e sviluppo della propria tecnologia produttiva, necessaria a esaltare le caratteristiche di qualità e freschezza del prodotto». I nuovi investimenti produttivi sono stati pari a 172 milioni di euro, il 7,6% delle vendite.
Il cda ha confermato presidente Pietro Ferrero, vice presidente il fratello Giovanni e amministratore delegato Gino Lugli. Non sono ancora noti i dati relativi all’intero gruppo, ma anche all’estero sembra essere confermata la tendenza a maggiori profitti.
Il colosso dolciario albese conta nel mondo 38 società operative, 14 stabilimenti e oltre 22.000 lavoratori. In Italia, il numero dei dipendenti impegnati nei quattro stabilimenti di Alba, Pozzuolo Martesana (Milano), Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino) e Balvano (Potenza) è di 6514 persone. Per quanto riguarda l’«operazione Cadbury», la Ferrero si limita a dire che sta «ancora valutando l’ipotesi di acquisto del gruppo dolciario britannico». Ma, secondo alcune indiscrezioni, l’interesse si sarebbe in parte raffreddato.