Addio a Saab: General Motors chiuderà il marchio progressivamente, in modo “ordinato e responsabile”, dopo il tramonto delle trattative con l’olandese Spyker che, nelle ultime settimane, avevano lasciato aperto un piccolo spiraglio per la sopravvivenza della casa automobilistica svedese.
Per il governo di Stoccolma la decisione di Detroit è una doccia fredda, data la pioggia di critiche che ha già sommerso l’esecutivo accusato di aver fatto troppo poco per assicurare il futuro di Saab. Il futuro dell’altro marchio svedese in vendita, Volvo, sembra invece più roseo: l’amministratore delegato di Ford, Alan Mullaly, ha confermato che le trattative proseguono, augurandosi un annuncio “a breve”.
«La prevista vendita di Saab non sarà conclusa. Dopo il ritiro del gruppo Koenigsegg, Gm ha avviato trattative con Spyker Cars ma durante la due diligence sono emersi nodi che ambedue le parti hanno decretato di non poter risolvere. Il risultato è che Gm procederà a un’ordinata chiusura delle attività Saab» afferma la casa automobilistica americana in una nota senza spiegare nel dettaglio il perché le trattative con la società olandese siano state interrotte.
Spkyker si limita a dire: «La complessità della transazione, insieme a il poco tempo a disposizione, ci hanno impedito di chiudere. Ci dispiace – mette in evidenza il direttore esecutivo di Spyker, Victor Muller – di non essere riusciti a chiudere ma sono sorti dei problemi che non potevano essere risolti entro la data limite del 31 dicembre». La chiusura del marchio svedese non sarà una bancarotta o una liquidazione forzata, quindi saranno rispettati – precisa Gm – gli obblighi di Saab sul fronte del debito e del pagamento dei concessionari. «Lavoreremo con Saab per una chiusura che sia la più ordinata e responsabile possibile» aggiunge la casa automobilistica di Detroit, osservando come «nel reinventarsi Gm ha dovuto prendere decisioni difficili ma necessarie. Resteremo focalizzati sui quattro marchi core business (Buick, Cadillac, Chevrolet e Gmc) e su diversi marchi regionali, inclusa Opel».
Il collasso delle trattative per la vendita di Saab rappresenta il terzo caso dall’inizio dell’anno in casa Gm di negoziazioni improvvisamente saltate: è successo infatti in precedenza per Saturn e per Opel. Lo stop delle attività di Saab avrà impatto – stima Gm – su3.000-4.000 lavoratori, anche se secondo indiscrezioni stampa, tenendo conto anche dell’indotto, la chiusura potrebbe avere conseguenze su 8.000 lavoratori. «Siamo sorpresi e delusi della decisione» commenta l’amministratore delegato di Saab, Jan-Ake Jonsson. «È una triste notizie che arriva in un momento difficile. Gm avrebbe potuto fare di più per aiutare Saab» mette in evidenza il ministro dell’industria svedese Maud Olofsson, ribadendo comunque come il governo non ha alcuna intenzione di sostituirsi a Gm alla guida di Saab. «Non lo sappiamo fare e non abbiamo i soldi per farlo» aggiunge Olofsson, che ha convocato per lunedì 21 dicembre un incontro con i sindacati, la società e le autorità per discutere il futuro dell’impianto Saab di Trollhattan.
Nel frattempo parte della tecnologia e dei pianali lo scheletro di ogni macchina era già stato venduto dalla Gm ai cinesi della Baic, ma non è bastato a tenere in vita il marchio svedese: già a fine novembre tuttavia si era già parlato del rischio chiusura.