ROMA – Latte, etichetta di origine obbligatoria: firmato il decreto. Il decreto per l’origine del latte in etichetta “è già stato firmato, non è una promessa” ed “è stato già inviato ieri a Bruxelles ieri. Prima i fatti e poi le parole”. Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, che all’incontro della Coldiretti a Milano ha parlato di “una storia che richiama giustizia, sapere che cosa sto bevendo”.
“È una tappa storica per il mondo dei produttori e degli allevatori – ha detto il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina rispondendo ai giornalisti fra gli stand della Coldiretti -. E’ un passaggio necessario per garantire sempre di più e sempre meglio i nostri allevatori in questo momento molto difficile per la crisi del latte che sta vivendo tutta l’Europa”. Al ministro è stato infine chiesto come si muoverà il Governo sul fronte del falso Made in Italy alimentare, altro tema su cui l’associazione di categoria si sta confrontando. “Dovremo chiedere fuori dal contesto europeo degli accordi, bisogna alzare l’asticella ed è quello che stiamo facendo”, ha risposto.
Coldiretti: metà delle mozzarelle con latte estero. L’Italia è diventata il più grande importatore di latte nel mondo. Per il latte a lunga conservazione, tre cartoni su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte proveniente dall’estero, ma non è obbligatorio riportarlo in etichetta. Lo denuncia Coldiretti, che ha presentato uno studio in occasione del Milk World Day promosso dalla Fao.
Coldiretti precisa che dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente. Nell’ultimo anno hanno superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10% della produzione italiana.
“Si tratta di pre-lavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa, che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità” sottolinea Coldiretti. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte. “E’ un inganno per i consumatori ed è concorrenza sleale per i produttori che utilizzano latte fresco” afferma Coldiretti.