ROMA – ''Se il divario tra retribuzioni e stipendi e' il piu' alto dal '95, siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che i lavoratori italiani si stanno impoverendo progressivamente e che, proprio per questa ragione, invece di andare avanti l'Italia sta tornando indietro''. Questo il commento del segretario generale Ugl, Giovanni Centrella, ai dati odierni dell'Istat e sottolineando come ''non sono i mercati, quindi la finanza, a fare economia e a costruire benessere, e' invece tutto il ceto medio cioe' lavoratori e pensionati, quando possono contare su basilari garanzie come l'articolo 18, un sistema fiscale equo e un welfare adeguato, a produrre crescita e sviluppo''.
''Invece di sostenere queste persone – aggiunge Centrella – il governo dei tecnici, ovviamente su indicazione di un'Europa mercatista e tutt'altro che solidale, ha deciso di tartassarle senza limite con nuove tasse, aumentando le tariffe, rendendo piu' insicuro il lavoro e non ponendo le basi, con un piano di sviluppo nazionale, per creare nuova occupazione. Con queste premesse non possiamo fare altro che continuare ad arretrare, come ha avvertito ieri anche la Corte dei Conti prevedendo un 'corto circuito' tra rigore e crescita''.