Arriva una buona notizia per tutti gli architetti del Lazio, e anche per alcuni proprietari di case. Il Consiglio regionale del Lazio con 36 voti a favore e 9 contrari ha approvato il piano casa regionale.
«Portiamo a casa un provvedimento di cui andiamo orgogliosi, che sarà una legge modello per tutto il Paese», ha dichiarato il presidente della Regione, Piero Marrazzo, mentre l’opposizione parla di testo inadeguato, malgrado le modifiche introdotte durante il dibattito in aula.
Con le nuove regole chi possiede una casa che non sia situata in un centro storico, in un’area protetta, in una zona sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, sulla costa di mare, fiumi o laghi, e non sia superiore ai mille metri cubi può ampliarla del 20 per cento per un massimo di 62,5 metri quadrati.
Non solo le abitazioni potranno essere ampliate però, perché il “premio di cubatura” si applica anche agli edifici a destinazione non residenziale per artigianato e piccola industria con superficie non superiore a 1.000 metri quadrati e di proprietà di coltivatori diretti e imprenditori agricoli a titolo professionale. In questo caso l’immobile dovrà mantenere la stessa destinazione d’uso per 10 anni.
Tutti gli interventi dovranno rispettare le norme antisismiche e la legge regionale in materia di bioedilizia.
Per chi, invece di ampliare la casa, volesse demolirla e poi ricostruirla, il piano prevede un “premio di cubatura” del 35 per cento: ovvero la casa potrà essere demolita e ricostruita più grande del 35 per cento. Se viene demolito un intero palazzo, il 25 per cento delle abitazioni di quello nuovo dovranno essere a canone concordato, quelle che si chiamavano case popolari.
Sarà possibile inoltre realizzare una cubatura maggiore (il 40 per cento) se la demolizione-ricostruzione sarà realizzata tramite un concorso di progettazione, a patto che l’intervento sia realizzato sulla base del progetto vincitore.
Sono infine previsti interventi per il recupero a fine residenziale dei volumi accessori degli edifici (ferme restando le limitazioni rispetto al volume complessivo dell’edificio stesso). Per avviare i lavori basterà una dichiarazione di inizio attività (Dia), se la demolizione-ricostruzione interessa un complesso con volume superiore ai 3.000 metri cubi sarà necessario il permesso di costruire. Le Dia dovranno essere presentate entro due anni dall’entrata in vigore della legge.
