ROMA, 25 APR – Le banche estere riducono ulteriormente, a fine 2011, l'esposizione verso il debito pubblico italiano. Secondo i dati preliminari della Bri di Basilea, che funge da 'banca centrale' degli istituti centrali, l'esposizione complessiva verso il nostro Paese (compreso il settore privato) e' calata a 715 miliardi di dollari contro gli 812 del trimestre precedente. Per il solo settore pubblico si registra una riduzione da 221 a 174 miliardi. A fine giugno l'esposizione era di 288 miliardi.
Per la gran parte i prestiti al settore pubblico sono nelle mani di banche europee (145 miliardi), con in testa gli istituti francesi (66 miliardi), tedeschi (41) ma anche giapponesi (19 miliardi) e del Regno Unito e degli Stati Uniti (circa 8,5 ognuno).
A pesare sull'andamento non sono per la verita' le sole tensioni sul nostro Paese (che hanno raggiunto il culmine nel periodo di ottobre-novembre, prima dell'insediamento del governo Monti) ma un generale crollo dei prestiti internazionali a causa dei primi segnali recessivi, ora evidenti, che hanno indotto poi la Bce a varare misure straordinarie di liquidita' fra fine 2011 e inizio 2012.
Secondo la Bri, infatti, il taglio dei prestiti internazionali a livello mondiale e' stato di 797 miliardi di dollari per la gran parte concentrati nei Paesi sviluppati (626 miliardi) ma che non hanno risparmiato alcuna regione geografica o classe di investimenti o settore. I prestiti alle banche nei Paesi avanzati, probabilmente a causa della stretta sul capitale e la caduta della domanda da famiglie e imprese, e' stata di 499 miliardi con i maggiori cali in Germania, Stati Uniti e Regno Unito.
