Lehman. Adusbef, “banche sapevano rischio crack sei mesi prima”

Sei mesi prima del crack di Lehman Brothers le banche sarebbero state a conoscenza del rischio insolvenza della banca americana. E’ quanto emerge – secondo una nota diffusa dall’Adusbef Puglia – dalla perizia depositata presso il tribunale di Bari da una consulente nominata dal giudice Franco Lucafò in un giudizio promosso da un consumatore barese nei confronti di una banca.

“Le banche – relaziona al giudice il perito Alessandra Labbate – tramite indicatori finanziari non noti, né facilmente accessibili ai consumatori, sapevano del rischio default della banca americana e, nonostante ciò, hanno continuato a vendere le obbligazioni Lehman spacciandole per ‘sicure'”.

I Cds (Credit Default Swap) sui prodotti Lehman, in sostanza – sostiene Adusbef – una specie di assicurazioni contro il rischio fallimento dell’emittente, all’inizio di marzo 2008 si impennarono (a dimostrazione del rischio fallimento) fino a raggiungere la punta massima di 430 punti base; punta raggiunta anche in altri periodi fino a salire vertiginosamente per poi condurre al noto crack. I titoli oggetto del processo civile sono stati sottoscritti nell’aprile 2008.

Secondo Massimo Melpignano, vicepresidente dell’Adusbef Puglia e legale del consumatore barese – “la perizia conferma quanto da noi da tempo sostenuto, e cioé che le banche erano da tempo al corrente del rischio del fallimento della banca americana Lehman Brothers e, ciò nonostante, continuavano a vendere obbligazioni di quella banca dandole per sicure, tanto é vero che erano ricomprese nel paniere ‘basso rischio – basso rendimento’ del consorzio interbancario ‘Patti Chiari'”.

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