Aldo Grasso al sindaco di Palermo Orlando: “Perché non ti dimetti”. La replica

Il sindaco di Palermo e deputato Leoluca Orlando

ROMA – Sul Corriere di domenica l’invito, la preghiera, “sindaco Orlando, perché non ti dimetti da parlamentare”, di Aldo Grasso, la sera la risposta del primo cittadino di Palermo che ribadisce l’intenzione di lasciare l’incarico il 9 luglio non per sua volontà ma per obbedire ai regolamenti. La polemica insiste sulla questione dell’incompatibilità del doppio incarico per i sindaci di città con oltre 20 mila abitanti. Grasso, ironizzando sulla “potenza del sedere”, (Orlando siede contemporaneamente su due poltrone inconciliabili), non intende solo sottolineare il malcostume di chi, a suo giudizio, predica bene ma razzola male, ricorrendo ad astuzie regolamentari e cavilli burocratici per mantenere il doppio incarico. Individua, invece, una motivazione politica precisa alla base del rinvio della decisione. Orlando non si dimette, suggerisce Grasso, non per conservare la doppia indennità (i soldi insomma) ma per impedire che una volta dimessosi da deputato, gli subentri il primo dei non eletti nel Lazio, tal Giuseppe Vatinno, ex dipietrista passato con Rutelli ((“l’Italia dei Lusi e Delusi”). Uno sgambetto politico, pare di capire, leggendo Grasso. Che rileva una certa contraddizione, una specie di doppio registro dell’Idv, indulgente sul doppio incarico se si tratta dei suoi, feroce e giustizialista se si tratta di tutti gli altri.

Leoluca Orlando ribadisce la linearità dei suoi comportamenti, ispirata dal rispetto dei regolamenti e non da disegni di diverso tipo. “Ho specificato ripetutamenteHo specificato ripetutamente che mi sarei dimesso un minuto dopo il completamento della procedura della mia elezione a sindaco di Palermo, cosa che avverrà solo il 9 luglio prossimo, quando giurerò davanti al neo Consiglio comunale. Infatti, la legge a statuto speciale siciliana stabilisce essere questo il momento conclusivo della procedura di elezione di un sindaco. La prima seduta utile per il giuramento è stata ritardata non per mia volontà, ma a causa del riconteggio delle schede da parte dell’ufficio elettorale di Palermo. Per completezza è opportuno ricordare che la Giunta per le Elezioni della Camera mi ha comunicato che dovrò confermare la mia decisione entro il 13 luglio”.

 

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Warsamé Dini Casali