Libertà d’impresa: riforma cancella l’utilità sociale

ROMA – L”’utilita’ sociale” prevista all’articolo 41 della Costituzione del 1948, viene cassata dalla nuova formulazione della riforma presentata in Aula alla Camera dal relatore Donato Bruno (Pdl). E’ stato aperto il termine per i subemendamenti, viste le critiche delle opposizioni nel comitato ristretto.

Il ddl del governo che riforma l’articolo 41 sulla liberta’ di impresa, era approdato in Aula due settimane fa ma aveva bisogno di una riformulazione perche’ esso paradossalmente prevedeva che la stessa liberta’ potesse essere limitata con una legge ordinaria.  Oggi il relatore Donato Bruno ha presentato il nuovo testo prima al comitato ristretto, cioe’ l’organismo per istruisce i lavori dell’Assemblea, e poi in aula.

Il nuovo testo afferma che ”l’iniziativa e l’attivita’ economica privata sono libere”, come gia’ afferma l’attuale Carta fondamentale. In piu’ si aggiunge che ”e’ permesso tutto cio’ che non e’ espressamente vietato dalla legge, che non puo’ stabilire limitazioni all’iniziativa e all’attivita’ economica privata se non quando necessario a tutelare i principi fondamentali della Costituzione, la sicurezza, la liberta’, la dignita”’.    Il testo originale del governo invece affermava che l’iniziativa privata non puo’ ”svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale, con i principi fondamentali della Costituzione o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ umana”. Formulazione che ricalcava l’articolo 41 nella versione del 1948, per il quale l’attivita’ economica privata ”non puo’ svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ umana”.

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