MILANO, 5 DIC – Spunta un socio occulto della Premafin, un trust delle Bahamas il cui amministratore – Giancarlo de Filippo – ha dichiarato di avere il 12,15% della finanziaria sin dalla fine del 2010. Si e' intanto ufficialmente riaperto il tavolo sul debito delle holding dei Ligresti Sinergia ed Imco, con un primo incontro interlocutorio tra le banche creditrici e l'advisor della famiglia, Banca Leonardo. Un nuovo incontro e' ora previsto per il 19 dicembre.
I vertici di Fonsai dovrebbero invece recarsi all'Isvap questo mercoledi', 7 dicembre, per parlare del progetto di una societa' veicolo alla quale conferire le quote 'strategiche' in Mediobanca, Rcs, Pirelli e Gemina, coinvolgendo il Credit Suisse come investitore di minoranza con l'obiettivo di puntellare i margini di solvibilita' del gruppo. La rivelazione dell'esistenza della quota Premafin che fa capo al 'The Heritage Trust', avvenuta con fax inviato da Montecarlo, e' il frutto di una complessa indagine della Consob. Non appena e' venuta a conoscenza del pacchetto l'Authority ha chiesto a de Filippo di comunicare al piu' presto la propria partecipazione al mercato. Nei prossimi giorni sono attese invece le comunicazioni piu' nel dettaglio delle quote che compongono quel 12,15% e fanno capo alle singole controllate del trust, oltre naturalmente ai nomi di tali societa'.
L'evidente 'salto' delle norme che imponevano di comunicarne il possesso entro i cinque giorni lavorativi fa pensare che si aprira' un iter sanzionatorio. Ma potrebbero arrivare in realta' ben altri sviluppi. Da tempo la Commissione era al lavoro per far luce sui soci di Premafin 'schermati' per anni dal Credit Agricole Suisse, con una quota del 9% circa intestata fiduciariamente e 'svanita' con un calo al 2,6% nel 2009 (comunicato pero' nel novembre 2010). Si tratta di una vicenda emersa nell'ambito degli accertamenti sull'operazione Groupama-Premafin dello scorso anno, contestuale per altro a un investimento del 5% fatto dal finanziere bretone Vincent Bollore' la cui tempistica era apparsa quanto meno curiosa. In quel filone si inserisce anche un'inchiesta del Pm di Milano Luigi Orsi, in cui Salvatore Ligresti risulta indagato per ostacolo alla Consob.
Dopo che si e' alzato il velo sulla quota di The Heritage Trust si trattera' dunque di verificare se sia in tutto o in parte riconducibile alla quota fiduciaria del Credit Agricole Suisse, su cui Consob aveva anche chiesto aiuto alla Finma, l'autorita' che vigila sul mercato svizzero. E soprattutto quale sia il ruolo dei Ligresti, visto che la quota fiduciaria era sempre stata considerato negli ambienti finanziari in qualche modo 'vicina' alla famiglia. Un anno fa 'Il Fatto' in un'inchiesta in cui cercava di tirare le fila delle societa' 'off-shore' a monte della catena di controllo dei Ligresti arrivava tra l'altro al nome di de Filippo, segnalando come l'ingegnere monegasco frequenti Ligresti da un paio di decenni (e' poi presidente della spagnola Minoritaria holding investments, controllata di Starlife, societa' in Lussemburgo dei Ligresti).
Tornando al vertice da Gerardo Braggiotti di Leonardo, secondo quanto e' filtrato da fonti vicine al dossier sarebbe stato di natura preliminare. In esso nessuna banca avrebbe assunto gia' una posizione. Del resto le ipotesi prospettate dall'advisor sarebbero piu' d'una e i singoli istituti creditori (il principale e' Unicredit che non commenta la vicenda) si prenderanno ora del tempo per fare le proprie analisi. Tra le proposte, secondo quanto emerso nelle scorse settimane, potrebbe esserci anche una liquidazione in bonis delle societa'. Dopo l'incontro con le banche creditrici, si sono recati nella sede di Banca Leonardo anche il presidente Fonsai, Jonella Ligresti, l'A.d Emanuele Erbetta e il d.g Piergiorgio Peluso.