“L’inevitabile rag. Tremonti”: Luca Ricolfi sui tagli lineari

ROMA – Luca Ricolfi, commentatore della Stampa, ha voluto esprimere un giudizio sull’inevitabilità della manovra lacrime e sangue del ministro Tremonti in un editoriale del 28 giugno, a due giorni dall’atteso varo della finanziaria. Avevano fatto scalpore le accuse del sottosegretario alla Difesa Crosetto al suo collega di Governo, il ministro dell’Economia. In sostanza, accusa Crosetto, Tremonti ha tenuto lodevolmente dritta la barra dei conti con restrizioni di bilancio a 360 gradi: ma si rifiuta di di agire selettivamente sulla spesa pubblica usando la forbice solo per tagli lineari “quando il problema è eliminare le cose che producono spesa”. Una polemica molto forte, in vista della manovra da 40 miliardi incombente, all’interno della maggioranza.

L?argomentazione di Ricolfi è sottile, perché, se da una parte deve dare ragione all’impazienza del sottosegretario, per esperienza personale non può che giudicare inevitabile la scelta dei tagli indiscriminati del ministro. Per Ricolfi le cose sono più complicate di come le vede Crosetto: “l’opzione dei tagli non lineari, selettivi, pavlovianamente invocata dall’opposizione e dai sindacati appena Tremonti fa “bau”, semplicemente non esiste”. Ricolfi lo dice con la “morte nel cuore”, conoscendo i sacrifici e la vessazione fiscale cui è sottoposta la classe dei produttori, piccoli e grandi, che producono ricchezza in Italia. Ma, insiste, che ci sia un’alternativa tra tagli lineari e selettivi è un’illusione.

Lo spiega attingendo a un’esperienza sul campo. Richiesto di una consulenza per tagliare gli sprechi nella spesa sanitaria (1 miliardo tondo tondo chiunque governi) dall’attuale presidente della Regione Piemonte, ha dovuto dire di no. Pur essendo un esperto in materia. Ma se si sa quanto si deve tagliare, molto più difficile è sapere esattamente dove. Ci vuole uno studio di almeno un paio di anni intenso lavoro. Ma questi tempi biblici non seguono i tempi più stretti della politica. Diversamente non si può fare. Anche il meritorio lavoro di revisione della spesa pubblica iniziato dal compiano ministro Padoa-Schioppa (Commissione tecnica di finanza pubblica, o commissione Muraro) era appena alle battute iniziali.

Insomma Crosetto avrebbe ragione se disponessimo del tempo o della cultura politica per attendere i risultati di un lavoro serio e sofisticato di indagine per operare i famosi tagli selettivi. Tremonti, è il pensiero di Ricolfi, forse questa sensibilità non ce l’ha nemmeno, ma per adesso la sua mannaia “lineare” è lo strumento più adeguato data la congiuntura attuale. Da qualche parte bisognerà certamente iniziare a porre dei rimedi: prima cosa è togliere dalla testa degli italiani quella pericolosa illusione per cui la “situazione è sotto controllo e quindi giustamente non vedono proprio perché dovrebbero cambiare il proprio tran-tran”.

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Warsamé Dini Casali