La giustizia italiana pone un freno alle liti di condominio. In altre parole, sarĂ indispensabile il tentativo di accordo tra le parti per le cause sugli immobili, dalle locazioni ai diritti di proprietĂ .
Il passaggio delle liti condominiali attraverso la mediazione ridurrĂ il carico di lavoro dei tribunali, muovendo un business da un miliardo di euro, nelle mani degli organismi di conciliazione. I tribunali, infatti, saranno alleggeriti di tutte le altre cause civili per le quali il tentativo di mediazione diventa obbligatorio. PiĂ¹ o meno un milione il giro d’affari stimato, secondo il ministero della Giustizia, pari a circa un miliardo di euro. Questa, infatti, è la stima complessiva delle indennitĂ che ciascuna parte in causa dovrĂ versare agli enti che avranno il compito di risolvere in via stragiudiziale le controversie in quattro mesi. L’obiettivo sarĂ dunque ridurre il contenzioso che finisce nelle aule di giustizia. Importante, perĂ² anche l’opportunitĂ che si apre per i professionisti nella gestione degli organismi di conciliazione.
Quando la conciliazione diventa obbligatoria. Del milione di controversie che dovranno passare per la mediazione prima di finire in tribunale la maggior parte sono cause che riguardano gli immobili, da quelle condominiali, alle locazioni e ai diritti di proprietĂ fino alle successioni. In particolare il tentativo di conciliazione diventa condizione di procedibilitĂ per cause relative a condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, contratti assicurativi (bancari e finanziari). RiguarderĂ poi anche cause relative a risarcimento danni derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilitĂ medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con mezzo pubblicitario.
Dal 20 marzo 2011 mediazione obbligatoria, cos’è. Per queste dal 20 marzo 2011 la medizione extragiudizio diventa obbligatoria, ovvero chi non tenta l’accordo non puĂ² fare causa. La medizione, infatti, è l’attivitĂ svolta da un soggetto imparziale (ovvero un organismo di conciliazione) per la ricerca di un accordo amichevole tra le parti o per l’individuazione di una proposta, di cui la conciliazione è poi l’atto conclusivo. La mediazione diventa dunque condizione di procedibilitĂ senza la quale non è piĂ¹ possibile agire in giudizio nelle sedi ordinarie. Il processo di mediazione perĂ², non potrĂ durare piĂ¹ di quattro mesi. L’entrata in vigore delle nuove norme risale al 20 marzo scorso, ma l’obbligatorietĂ della mediazione scatta a partire dal 20 marzo del prossimo anno. Naturalmente la mediazione è condizione di procedibilitĂ ma nel caso le parti non si accordino la controversia potrĂ proseguire in tribunale. Restano invece escluse dalla mediazione obbligatoria quelle procedure giudiziarie volte a risolvere situazioni urgenti come i procedimenti cautelari o le ingiunzioni di sfratto.
Pro e contro. Nel caso si raggiunga con successo un accordo il vantaggio sta nel risparmio e nella velocitĂ dei tempi: 4 mesi. Inoltre gli organismi di mediazione hanno l’obiettivo di trovare una soluzione pratica accettata dalle parti. Secondo i contrari alla riforma, perĂ², il tentativo di mediazione potrebbe rivelarsi invece una perdita di tempo. Secondo i detrattori, inoltre, alla prima udienza del processo il giudice deve giĂ cercare di conciliare le parti e certamente le considerazioni del giudice risultano ben piĂ¹ rilevanti rispetto alle proposte di accordo degli organismi privati. La soluzione del giudice dunque appare piĂ¹ ferma e solida. In ogni caso la riforma ha il chiaro obiettivo di scoraggiare chi intenta cause per futili motivi, ma anche di aiutare chi avrebbe un motivo serio ma non se la sente di iniziare una causa civile.
Conciliazione: giro d’affari da un miliardo di euro. Sul tavolo della conciliazione, ci sarebbe almeno un miliardo di euro. Il ministero della Giustizia, infatti, ha stimato in un milione l’anno il numero di cause civili per cui la conciliazione diventa obbligatoria. Secondo il dicastero il 20 per cento di queste (200 mila l’anno) andranno a buon fine. Partendo dalla stima di un milione di cause l’anno soggette a tentativo obbligatorio e posta una media di 1000 euro di indennitĂ ( importo che ciascuna parte deve versare all’organismo di conciliazione) complessivamente dovuta per la controversia, il giro d’affari potrĂ così raggiungere il miliardo di euro.