ROMA – Il ministero della Funzione Pubblica ha fissato a 305mila euro lordi l’anno il tetto agli stipendi dei manager delle aziende pubbliche e partecipate, ma sono moltissimi attualmente i manager che percepiscono molto di più. Pochi invece quelli che hanno un reddito inferiore al primo presidente della Corte di Cassazione. Qualche esempio? Paolo Garimberti, presidente della Rai, ha uno stipendio di 448mila euro annui; Massimo Sarmi, ad di Poste Italiane, prende bel 1,5 milioni di euro all’anno; Massimo Varazzani, ad di Fintecna ne prende 750mila, Mauro Moretti di Ferrovie dello Stato 871mila, Domenico Arcuri di Invitalia 835mila… E sono solo alcuni nomi, in tutto sono un centinaio, come scrive Sergio Rizzo sul ‘Corriere della Sera’. E non sono solo ‘super-manager’: ci sono anche alti dirigenti delle aziende e “semplici” direttori di rete Rai.
Molti di meno invece prendono all’anno meno della soglia massima stabilita ora dal ministero: giusto i dipendenti del Senato, commessi e barbieri compresi, che comunque hanno uno stipendio più alto dell’indennità parlamentare. Basti pensare che uno stenografo di Palazzo Madama prende più del capo dell’amministrazione del Parlamento britannico (235mila euro), ma meno del tetto massimo stabilito dal ministero. Poi chi altro prende meno di 300mila euro l’anno? Pochi altri, scrive Sergio Rizzo sul ‘Corriere della Sera’: giusto i consiglieri degli organi costituzionali con 25 anni di anzianità, che guadagnano 300mila euro tondi l’anno.
Chi guadagna di più. Iniziamo con la lista, lunga, dei manager che guadagnano attualmente più di 305mila euro lordi l’anno, secondo le cifre riportate da Sergio Rizzo sul ‘Corriere della sera’. Gaetano Caputi, ex dell’ufficio legale del ministero dell’Economia, mette insieme ogni anno lo stipendi di direttore generale della Consob (395 mila euro), componente dell’autorità per gli scioperi (altri 95 mila), nonché docente fuori ruolo ancorché retribuito dalla Scuola superiore di economia e finanze. Sergio Rizzo scrive: “Retribuzione a cinque zeri, dicono i bene informati, ma top secret”.
Ancora, il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, guadagna, si legge sul ‘Corriere della Sera’, 516 mila euro l’anno (il vecchio miliardo di lire, tondo). L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti nel 2008 guadagnava 871 mila euro, poco di meno prendeva il presidente Innocenzo Cipolletta, ora sostituito dall’ex presidente della Consob Lamberto Cardia. Massimo Sarmi, amministratore delegato delle Poste, secondo Sergio Rizzo guadagna circa un milione e mezzo di euro l’anno. Il presidente sempre di Poste, Giovanni Ialongo, prende 635 mila euro. E, si legge ancora sul ‘Corriere della Sera’, in queste aziende non solo i super-manager guadagnano più di 305mila euro l’anno: anche i più alti dirigenti vengono pagati molti di più Per non parlare dei più.
Andando avanti si trova l’amministratore delegato dell’Anas Pietro Ciucci che intasca 750mila euro l’anno, così come Massimo Varazzani, ad di Fintecna. Il capo della controllata Fintecna immobiliare Vincenzo Cappiello, scrive Rizzo, guadagna 505 mila euro. Mentre l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, ha una retribuzione di 835 mila euro (rimborsi compresi).
Poi c’è il capitolo Rai. Il presidente Paolo Garimberti incassa 448 mila euro l’anjo. Il predecessore di Lorenza Lei alla direzione generale, Mauro Masi, guadagnava 715 mila euro. E non solo i “super manager” guadagnano cifre da capogiro: ci sono, scrive Rizzo, decine di direttori che guadagnano più di 300mila euro l’anno. Per quanto riguarda i dirigenti di rete si va dai 400 mila di Fabrizio del Noce ai 449 mila di Gianfranco Comanducci.
Chi guadagna di meno. Alla lista lunghissima di manager che guadagnano più di 305mila euro segue la lista, corta, di chi guadagna di meno. Sergio Rizzo annovera i dipendenti del Senato, commessi e barbieri compresi, il cui stipendio è comunque più alto dell’indennità parlamentare. Poi 300 mila euro è lo stipendio di un consigliere con 25 anni di anzianità. E sotto la soglia di sono anche gli stenografi di palazzo Madama che, comunque, guadagnano più di 235mila euro. Fuori dalla lista già il segretario generale della Camera Ugo Zampetti e la sua collega del Senato Elisabetta Serafin che, scrive Rizzo, intascano più del doppio del capo dell’amministrazione del parlamento britannico (235 mila euro).