Da Bankitalia una promozione parziale della manovra varata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. L’istituto, infatti, la ritiene “adeguata” e giudica positivamente la parte della manovra sulla lotta all’evasione ma mette in luce come “le stime riguardanti gli effetti dell’azione di contrasto all’evasione presentino molti elementi di incertezza in entrambe le direzioni”, cioé potrebbero essere inferiori o superiori. Il rischio secondo Bankitalia è che in caso di peggioramento dei conti “potrebbe essere necessario un nuovo intervento”.
Lo ha detto il direttore centrale dell’istituto, Salvatore Rossi, parlando in audizione in Senato. A proposito della riduzione della spesa primaria corrente, Rossi ha spiegato che gli obiettivi “sono ambiziosi: saranno pertanto necessarie nel prossimo triennio verifiche attente e tempestive dell’attività di spesa a tutti i livelli”.
Secondo la Banca d’Italia “nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire al più presto, pur se le restrizioni di bilancio rallenteranno nel breve periodo la già modesta crescita dell’economia italiana. L’entità della correzione appare adeguata a raggiungere gli obiettivi di indebitamento netto nel quadro macroeconomico delineato nella Ruef (Relazione unificata su economia e finanza pubblica). Potrebbero essere necessari ulteriori interventi qualora si presentasse uno scenario più favorevole”.
In ogni caso “concentrare le misure, dal lato delle entrate, sul contrasto all’evasione fiscale è ampiamente condivisibile. Il sistema fiscale italiano è caratterizzato da un prelievo complessivo a carico dei contribuenti onesti elevato nel confronto internazionale. L’evasione fiscale è un freno alla crescita, riduce le risorse per le politiche sociali, ostacola gli interventi a favore dei cittadini con redditi modesti”.
“La manovra può ridurre la crescita del Pil dello 0,5 %”. Il direttore ha aggiunto che “a parità di tutte le altre condizioni nel biennio 2011-2012 la manovra potrebbe cumulativamente ridurre la crescita del Pil di poco più di mezzo punto percentuale attraverso una compressione dei consumi e degli investimenti”. Questo determinerebbe un “maggior disavanzo nel 2012 valutabile in poco meno di 0,3 punti percentuali che porterebbe il saldo di quell’anno a circa il 3% del Pil”.
Secondo Rossi, inoltre, “La manovra è basata in larga misura su riduzioni della spesa corrente e su misure di contrasto all’evasione. Questa composizione degli interventi appare appropriata, visto il rilievo dell’evasione fiscale nel nostro Paese e il forte aumento della spesa corrente nell’ultimo decennio”.