ROMA – Nessun dietrofront per le liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C: il governo Monti ha deciso di non far slittare la liberalizzazione di queste vendite di un anno, dal 2012 al 2013, come ha stabilito invece per altre liberalizzazioni.
I farmaci di fascia C, cioè quelli non rimborsati dal servizio sanitario nazionale, al momento ancora venduti dietro la presentazione di una ricetta medica, e che generano un mercato da 3,3 miliardi, dal prossimo anno potranno essere venduti nelle parafarmacie e nei supermercati.
La manovra del governo Monti estende l’offerta delle parafarmacie, oggi limitata ai farmaci C senza ricetta medica, cioè i farmaci da banco, anche ai prodotti di questa categoria che richiedono la prescrizione. E su tutta questa fascia si potranno anche praticare gli sconti. La novità vale però solo per i Comuni con più di 15mila abitanti.
Contro la misura si mobilita Federfarma, l’associazione delle farmacie, che definisce “penalizzanti, recessive e inique” le norme in questione, bollate come un regalo alla grande distribuzione organizzata. “Le farmacie prendono atto con grande rammarico che il governo non intende prendere in considerazione in alcun modo le proposte della categoria per attenuare l’impatto delle misure di liberalizzazione riguardanti il servizio farmaceutico. Mentre la stampa dà notizia del rinvio al 2013 delle liberalizzazioni per le tutte le attività economiche, neanche un minimo segnale di attenzione traspare per quanto riguarda le farmacie”.
Soddisfatte invece le organizzazioni delle parafarmacie: “La liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una battaglia che stiamo portando avanti da anni, finalmente abbiamo trovato l’ascolto che chiedevamo: è una vittoria soprattutto degli utenti”, ha detto Massimo Brunetti, segretario dell’Anpi, l’Associazione nazionale parafarmacie italiane.
Finora, oltre a una serie di prodotti non strettamente farmaceutici (fitofarmaci, omeopatici, prodotti per il benessere), questi esercizi hanno condiviso con le stesse farmacie un mercato, quello degli “over the counter”, da 2,1 miliardi. Secondo le stime Anpi, alle farmacie resterà comunque, in regime di esclusiva, il 55 per cento del mercato complessivo, che ammonta a 26,5 miliardi annui.