ROMA – La manovra Monti manda in soffitta la tassa più odiata dalle imprese, l’Irap, che sarà possibile dedurre da Ires e Irpef, secondo una quota ancora da definire. La misura va nella direzione di una maggiore crescita del sistema economico italiano alleggerendo il costo del lavoro per le imprese. L’imposta, nata nel 1997 ed esatta dalle Regioni, copre attualmente il 40% della spesa sanitaria. Secondo la bozza della manovra e lòe indicazioni dei ministri le imprese potranno dedurre dall’Irpef e dall’Ires la quota di imposta regionale sulle attività produttive (Irap) “relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato” a decorrere dal periodo di imposta i corso al 31 dicembre 2012.
Significa che verrà aumentata l’attuale percentuale del 10% di deducibilità dell’Irap: l’entità dello sconto è in via di definizione e sarà legata alla capacità di trovare risorse sostitutive sul campo. Sarà resa nota nei prossimi giorni. La sua completa cancellazione varrebbe approssimativamente un costo superiore ai 15 miliardi di euro. La rimodulazione dell’Irap prevede interventi importanti a sostegno dell’occupazione con la deducibilità fiscale per le assunzioni di giovani e donne. Un risparmio sul costo del lavoro dell’ordine di qualche miliardo, come auspicato dalla Marcegaglia, sarebbe comunque molto significativo. L’Irap di fatto colpisce in misura maggiore le imprese ad alta intensità di manodopera: la sua parziale cancellazione aiuterebbe soprattutto le grandi fabbriche.
Altre misure a favore delle imprese sono contenute nel capitolo degli sgravi fiscali. Come ha annunciato Corrado Passera, verranno premiati gli imprenditori che “mettono capitale nelle imprese”. Si chiama Ace (aiuto alla crescita economica) il complesso di agevolazioni fiscali per chi aiuta la patrimonializzazione delle imprese, appunto. E’ stato aumentato il fondo di garanzia sui prestiti alle piccole e medie imprese, almeno 20 miliardi di euro. Ci sarà un credito di imposta del 12% per le attività di ricerca fino a un massimo di un milione di euro. Dovrebbe essere poi confermato il bonus del 55%, forse abbassato al 52 o al 41% per i prossimi anni su tutti i lavori di ristrutturazione secondo criteri di risparmio energetico.