La manovra finanziaria rischia di trasformarsi in un elenco di “vincitori” e “vinti” dell’ultima ora: il governo, tramite il relatore del provvedimento alla Commissione Bilancio del Senato, l’infaticabile Antonio Azzollini, ha approvato una serie di correttivi che accontentano alcune categorie, ma ne scontentano altre. Infatti, come hanno spiegato Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, “i saldi finali rimarranno inalterati”. Questo vuol dire che se verranno “restituiti” soldi ad alcune categorie, necessariamente questi soldi saranno sottratti ad altre. Sembra di assistere ad un gioco ad incastro, un “tetris” di tagli in cui ogni emendamento deve essere incasellato al posto giusto.
Quando fu resa nota la prima versione della manovra, la “lamentela” nei confronti dell’austerità richiesta fu piuttosto estesa: tutti chiedevano miglioramenti e “piangevano” per i tagli che avrebbero subito. Adesso, dopo gli ultimi ritocchi al testo, l’impressione è che l’unione abbia fatto la forza: in parole povere, le categorie che hanno fatto “lobby” sembrano aver “spuntato” condizioni migliori rispetto alle altre. Ad esempio, poliziotti, dipendenti Rai e soprattutto imprese hanno subito tagli minori rispetto a quelli prospettati loro in un primo momento. Decisamente peggio è andata a magistrati, assicurazioni e diplomatici. Nel “limbo” di “coloro che son sospesi” ci sono ancora i terremotati dell’Aquila, gli agricoltori e soprattutto le Regioni. Soprattutto in quest’ultimo caso, però, la sensazione attuale è che la manovra abbia più risvolti negativi che favorevoli.
Ecco nel dettaglio le misure introdotte nella manovra all’ultimo minuto. Questi “accorgimenti” saranno con ogni probabilità contenuti nel testo che sarà votato in Parlamento: Berlusconi e Tremonti hanno già fatto sapere che intendono “blindare” il provvedimento sia alla Camera che in Senato con la mozione di fiducia.
Polizia. Il comparto sicurezza riceverà 160 milioni in due anni, così come annunciato dai ministri La Russa (Difesa), Maroni (Interno) e Tremonti (Economia). Questi fondi sono destinati al “finanziamento di misure per il personale delle forze armate, delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco e relativo ai meccanismi di adeguamento retributivo per il personale non contrattualizzato e per gli scatti di stipendio”. Si tratta della seconda “vittoria” per le forze dell’ordine, che avevano già ottenuto il ritiro dell’emendamento cosiddetto “taglia tredicesime”.
Assicurazioni. Un emendamento del solito Azzollini proverà a far passare 234 milioni di imposte in più per le imprese del ramo. Incerto è quanto resisterà l’emendamento. Molto probabile è che, se diventasse legge, i 234 milioni verrebbero trasferiti sul costo delle polizze.
Imprese. Le novità che riguardano le imprese erano state anticipate dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. L’avvio dell’attività sarà possibile con una semplice segnalazione e i controlli avverranno solo ex post. L’emendamento stabilisce che “tali attestazioni” siano corredate “dagli elaborati tecnici necessari per consentire le verifiche di competenza dell’amministrazione”. Inoltre, l’attività oggetto della segnalazione “può essere iniziata dalla data della presentazione della segnalazione all’amministrazione competente”. A quel punto l’amministrazione “in caso di accertata carenza dei requisiti” avrà 30 giorni dal ricevimento della segnalazione per adottare provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa. L’interessato avrà almeno 30 giorni per conformarsi alla norma vigente. Le norme inserite nell’emendamento prevedono anche che “decorso il termine per l’adozione dei provvedimenti (30 giorni) all’amministrazione è consentito intervenire solo in presenza del pericolo attuale di un danno grave e irreparabile per il patrimonio artistico e culturale, per l’ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale. Il governo è autorizzato a adottare uno o più regolamenti attuativi da emanare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
Rai. Gli stipendi dei dipendenti dell’azienda di Viale Mazzini sono “salvi”, dopo che il governo ha ritirato l’emendamento che prevedeva il taglio del 20% della spesa per il personale. Oltre ai dipendenti, anche i collaboratori possono tirare un sospiro di sollievo.
Magistrati. Se da un lato i giudici possono essere soddisfatti perché le loro tredicesime non saranno toccate, dall’altro le toghe subiranno un “robusto” taglio delle indennità. Il taglio è pari al 15% per l’anno 2011, del 25% per l’anno 2012 e del 32% per il 2013. La riduzione non opera ai fini previdenziali.
Quote latte. Un altro emendamento (l’ennesimo) targato Azzollini rischia di creare scompiglio persino nel governo: il relatore della manovra avrebbe infatti proposto di bloccare le multe sulle “quote latte”, ma il ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan da questo orecchio non vuol proprio sentirci ed è arrivato a minacciare le dimissioni nel caso in cui il provvedimento sia approvato. La questione delle quote latte è molto sentita dal “popolo del Nord” e Galan, ex governatore veneto molto popolare nella sua terra, ha annunciato battaglia su questo punto.
Terremotati. I cittadini abruzzesi, colpiti dal terremoto nell’aprile del 2009, torneranno a pagare le tasse. Alcuni di loro hanno ottenuto una proroga, ma questo rinvio non sarà applicato a tutti: dal primo luglio dipendenti e pensionati dovranno versare nuovamente le imposte. Tutto è sospeso invece per i lavoratori autonomi e per le imprese che hanno un volume d’affari inferiore ai 200 mila euro: non verseranno tributi e contributi fino al 20 dicembre 2010. Ma da gennaio tutti torneranno a pagare, e dovranno compensare anche gli ”arretrati”.
Regioni. Alla fine Berlusconi incontrerà i rappresentanti degli enti locali, come avevano invocato più volte Errani (presidente della Conferenza delle Regioni) e Chiamparino (presidente dell’Anci, che riunisce i sindaci), ma questo vertice ha tutta l’aria di essere un “contentino” che non modificherà il destino delle Regioni. Infatti Berlusconi e Tremonti hanno ribadito ancora una volta che i “saldi sono intangibili”: in pratica “i tagli sono quelli e ve li tenete così come sono”. Difficile che qualcosa possa cambiare dopo il faccia a faccia del 9 luglio.
Diplomatici. Persino questa categoria ha annunciato mobilitazioni contro la manovra. I diplomatici si sono detti “pronti a scioperare contro una manovra economica con «implicazioni pesantissime non solo sulla Farnesina”.