Manovra, Tremonti alle Regioni: “Chi ha di più, dia di più. Tagli necessari”

Giulio Tremonti

”È arrivato il momento di applicare la logica evangelica: chi più ha, può dare di più”. Con queste parole le parole del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, al termine dell’incontro con le Regioni gela gli enti locali e ribadisce il suo no ad un ripensamento dei tagli. ”Dobbiamo fare una manovra appropriata, altrimenti altro che recessione!” ha spiegato il ministro. Per Regioni e Comuni, nonostante le proteste, non è aria di sconti.

”Pensiamo che le Regioni – ha aggiunto Tremonti – possano essere considerate come un comparto complessivo; tra le speciali ce ne sono alcune che hanno moltissimo, alcune sono nel nord e penso per esempio al Trentino. Presumo che possano concorrere un po’ di più”.

”Ferma la manovra, la sua composizione e la distribuzione – ha aggiunto il ministro – possiamo discutere e vorremmo farlo mettendo insieme tutte, anche quelle a statuto speciale più ricche (sono in Italia anche loro) in modo che il concorso sia proporzionato alla disponibilita’. Vorremmo aprire anche con le Regioni il tavolo del federalismo fiscale”.

Ma dalle Regioni arrivano parole dure. Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha commentato: “‘L’incontro con il Governo e’ stato molto negativo: non abbiamo trovato nessuna sostanziale apertura”. Ha detto Errani, subito dopo l’incontro con i ministri Tremonti, Fitto e Calderoli. ”Questa manovra – ha proseguito – di fatto mette il federalismo fiscale in una condizione di non praticabilità”.

”Non possiamo continuare – ha spiegato ancora Tremonti- con l’albero storto di una finanza pubblica tutta inclinata sul debito fuori controllo. Rifiutiamo altre considerazioni che non siano appropriate, responsabili e tecniche e andiamo avanti con questa manovra che abbiamo disegnato a livello europeo”.

A proposti del Federalismo, invece, Tremonti ha aggiunto: “Stiamo lavorando intensamente sulla relazione tecnica che riguarda il federalismo fiscale e dovremmo portarla al consiglio dei ministri martedi’ prossimo”. ”Se non sarà proprio quel giorno, ma qualche giorno prima oppure dopo – ha precisato – non sara’ la fine del mondo. E’ certo che alla scadenza prevista ci sarà il testo”.

Nel frattempo Il Tesoro ha studiato gli effetti della manovra sulla crescita del Paese. Secondo le stime l’economia italiana secondo le stime del Tesoro, subirà un ulteriore flessione a causa della manovra, che secondo il Tesoro, disinnescherà in parte gli effetti delle ripresa. L’impatto della manovra sul Pil è negativo: nel triennio 2010-2012 la riduzione è pari a 0,5%.

Di conseguenza per il 2010 la crescita del Pil cala dall’1% previsto dalla Relazione unificata sull’economia e la finanza allo 0,9%. Sempre secondo la tabella, il Pil nel 2011 e nel 2012 cala rispettivamente per ciascun anno dello 0,2%, mentre nel 2013 l’effetto è pari a zero.

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Emiliano Condò