ROMA – Pausa caffè, marche da bollo e gadget delle riviste specializzate. Ma anche e-cig, telo mare, borse termiche e rincaro della Robin Tax per le piccole imprese. Sono le micro-tasse disseminate qua e la che in tutto fanno 550 milioni di euro, utilizzati per rinviare Iva e Imu e per finanziare gli ecobonus. Sono le tasse dei poveri: c’è chi le chiama pocket-tax, oppure poor-tax, come le ha definite il Wall Street Journal, sono balzelli che incidono apparentemente in piccolissime quantità sulla vita quotidiana ma che, arrivati a fine mese, fanno la differenza.
E’ il caso delle sigarette elettroniche: appena usciti dalla schiavitù del tabacco, circa 2 milioni di italiani si troveranno a dover pagare il 58,5% di imposta, con relativo rialzo dei prezzi, sulle e-cig (ieri la protesta dei produttori: settore distrutto). Anche la pausa caffè sarà più cara: proprio per finanziare gli ecobonus è stata aumenta l’Iva sulle macchinette che distribuiscono le merendine e i cappuccini negli uffici e nelle scuole. E’ salita dal 4 al 10%. Con relativi aumenti e un gettito di 104 milioni all’anno. Altri 125 milioni vengono invece da un settore in crisi come l’editoria: i gadget allegati ai giornali dovranno sottostare all’aliquota ordinaria del 21% e non più a quella del 4%.
Per chi non se ne fosse accorto, dal 25 giugno la marca da bollo da 1,81 euro è passata a 2 euro,mentre quella da 14,62 è passata 16. In tutto un incasso di 197,2 milioni all’anno che serviranno per la giusta causa del terremoto in Abruzzo. Sicuri perché questa pocket-tax colpisce tutti e in molti momenti della normale attività quotidiana: fatture, atti dal notaio, passaggi di proprietà, iscrizioni all’università, richieste di documenti e passaporti. Infine […] la mini accisa sui carburanti il cui importo sarà quantificato successivamente con un provvedimento dell’agenzia delle dogane: aumenteranno benzina e gasolio.