Il suo forte accento russo tradisce le sue origini. Nata una quarantina di anni fa – non ha mai voluto rivelare la sua età ma, secondo i calcoli della rivista “Capital” dovrebbe avere tra i 40 e i 43 anni – a San Pietroburgo (allora Leningrado) Margarita Bogdanova è rimasta orfana a soli sei anni. I suoi genitori sono morti in un incidente ferroviario. La piccola è stata così affidata al nonno Leonid, ingegnere entusiasticamente comunista che le impartisce un’educazione intrisa di ideali. Dopo essersi diplomata in “economia pianificata”, nel 1989 la giovane Margarita approfitta della perestrojka di Gorbaciov per fuggire dall’Unione Sovietica che fu e si stabilisce a Zurigo, in Svizzera, dove trova lavoro nella società di import-export Laytron. “Mi ci sono voluti tre anni per sbarazzarmi del lavaggio del cervello che ci era stato fatto in Russia. Ci avevano spiegato che tutti i problemi dell’Urss erano dovuti ai paesi stranieri”.
La sua vita è cambiata definitivamente grazie a un cane. Margarita è su un volo per Londra, l’aereo quella mattina è quasi vuoto. Inizia a chiacchierare con il vicino di posto, lui le parla del suo cane, il bobtail “Boubou”, le mostra qualche foto. Non è rimasto indifferente al fascino sovietico. Si scambiano i contatti e dopo qualche giorno riceve un biglietto con su scritto “Boubou vorrebbe conoscerti”. E’ firmato Robert Louis-Dreyfus. I due si sposano nel maggio del 1992. Avranno tre figli: Eric, che ora ha 19 anni, e i gemelli Maurice e Kirill, di 14.
“Robert ha sempre insistito che i bambini si sentano liberi di scegliere la professione secondo i loro gusti. Lui stesso aveva sentito sulle spalle il peso dell’eredità”. Era il 1851 quando il commerciante ebreo Léopold Louis-Dreyfus incominciò ad acquistare grano nella sua terra natale, l’Alsazia, per rivenderlo sul mercato di Basilea, in Svizzera. E’ l’inizio dell’impero che oggi comprende anche arance, canna da zucchero, cotone, petrolio, gas naturale. Il gruppo Loius-Dreyfus, infatti, conta oltre 400 filiali in tutto il mondo ed è impegnato in mercati molto diversi: dalla soia in Brasile al commercio del riso in Thailandia all’immobiliare negli Stati Uniti. In Italia, oltre a fornire cereali e granaglie, cavi e fili elettrici e servizi di illuminazione, ha creato una joint venture con la compagnia di traghetti Grimaldi.
Dopo la morte del marito, Margarita gestisce con maestria l’eredità ricevuta, con una sola ossessione in testa: non disperdere il patrimonio della famiglia. Vuole smentire una delle frasi preferite di Robert, già motto di Schumpeter: “Nelle società famigliare la prima generazione costruisce, la seconda gestisce, la terza si fa la guerra distruggendo tutto”. Così viaggia tra una piantagione l’altra, studia, incontra esperti.
Seguendo i piani del marito, nel 2009 investe 40 milioni nell’Olympique Marsiglia che la ripaga vincendo sia il campionato sia la Coppa di Lega. Una doppietta storica. Ma il
