Utile netto quasi triplicato a 270 milioni (da 100 milioni), ricavi in progresso del 22% a 1,14 miliardi e ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale con un incremento del Core Tier1 all’11% (10,3% nel giugno 2009).
Questi i dati principali del primo semestre al 31 dicembre 2009 del gruppo Mediobanca. Le rettifiche di valore su titoli sono calate a 90 milioni da 281 un anno prima. L’incremento dell’utile netto, sostanzialmente in linea con il consensus che indicavano 275 mln, è stato possibile – sottolinea la nota della società – malgrado una flessione degli impieghi (-5% rispetto a giugno) a 33,5 miliardi a causa della debolezza della domanda delle imprese, una dinamica dei costi (+16% annuo a 394 milioni) che riflette il progressivo potenziamento della struttura distributiva domestica e internazionale, nonché un costo del rischio elevato (150 pbs) seppur in miglioramento rispetto al giugno scorso (200 pbs) e in linea con il dicembre 2008 (150 pbs).
La raccolta di CheBanca, la filiale retail del gruppo Mediobanca, ha raggiunto 7,9 miliardi (+30%) nel primo semestre dell’esercizio 2009-2010, e rappresenta ora il 15% della raccolta del gruppo. I clienti – indica inoltre la nota sulla semestrale dell’istituto di Piazzetta Cuccia – sono aumentati del 30% nel semestre a 270mila, triplicati nell’anno. I ricavi sono aumentati del 50% nel semestre a 37 milioni e il risultato netto é negativo per 49 milioni “in linea con il budget”. Nel corso del semestre sono state aperte altre 10 filiali a un totale di 65 e i dipendenti sono aumentati del 15% a 842. Il piano triennale di CheBanca, che ha iniziato l’attività nel maggio 2008, prevede per fine triennio una raccolta di 10 miliardi, pari al 20% del totale del Gruppo.
Il cda, ha riferito il consigliere Carlo Pesenti, non ha discusso dell’eventuale passaggio di Cesare Geronzi dalla presidenza di Mediobanca al vertice delle Generali. Alla riunione, tra l’altro, non ha partecipato alcun rappresentante dei Gruppo C dei soci internazionali che fa capo a Vincent Bolloré. Il finanziere francese si troverebbe attualmente in America. Tarak Ben Ammar ha preso parte via telefono al Comitato remunerazioni che ha preceduto il consiglio per discutere delle retribuzioni del management per allinearle alle recenti direttive della Banca d’Italia.