ROMA – I piccoli comuni, quelli al di sotto dei 50mila abitanti, si possono dimenticare la dismissione obbligatoria delle società: se ne riparlerà nel 2013. I comuni con i conti non a posto possono ritornare agli oneri di urbanizzazione, che potranno essere usati per sostenere l’equilibrio nel 2011 e nel 2012.
I consiglieri del comune di Milano e gli assessori di Roma stiano tranquilli: i tagli ai seggi voluti da Calderoli non si applicheranno alle città con più di un milione di abitanti. E i consiglieri di quartiere delle città con almeno 250mila abitanti tornino a chiedere il loro gettone di presenza .
In commissione, scrive oggi il Sole-24 Ore, gli enti locali fanno incetta di proroghe, ora all’esame del maxiemendamento. Alcune erano state richieste dagli stessi sindaci. Come la rimodulazione dei tetti al debito locale: il blocca-mutui, scrive il giornale di Confindustria, non scatta più nei comuni dove si spende per interessi più dell’8 per cento delle entrate da tributi, trasferimenti e tariffe. Il tetto, che fino al 2010 era al 15 per cento, quest’anno si fermerà al 12 per cento, per scendere l’anno prossimo al 10 per cento, fino all’8 per cento dal 2013.
Prorogato per due anni anche l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione, che potranno continuare ad essere destinati fino al 75 per cento alla copertura delle spese correnti ordinarie.
Salta invece l’appuntamento con le liberalizzazioni. Il divieto per i comuni fino a 30mila abitanti di detenere società partirà nel 2013. Sui costi della politica quasi 1400 comuni dovranno abbandonare 7mila posti, e potranno mantenere non più di 60 consiglieri e 16 membri in giunta.