Moda. Il made in Italy resta a galla grazie all’Asia

Un modello Armani

Il made in Italy in passerella resta a galla grazie all’àncora asiatica. R&S-Mediobanca ha stilato un rapporto sui grandi nomi della moda e sui loro bilanci del 2009. Soffrono la crisi ma riescono a respirare grazie ai mercati asiatici: sono Prada, Armani, Diesel, Max Mara, Zegna, Tod’s, Ferragamo.

Se, come ricostruisce Sergio Bocconi per il Corriere della Sera, le vendite per l’industria italiana sono scese del 20% per i grandi della moda le perdite sono state del 5,9%.

Infatti mentre in Europa e Nord America le vendite sono diminuite dell’11% e del 9%, in Asia sono cresciute dell’8,9%. In pratica le vendite sono raddoppiate rispetto a quelle Usa.

Per quanto riguarda i dipendenti restano più o meno invariati, ma con qualche differenza: spuntano all’occhio i casi di Zegna che produce con 9 stabilimenti in Italia e sei all’estero (Cina, Turchia e Messico) e quello di Armani. Per quest’ultimo il 75% della produzione è realizzata su licenza da società che non appartengono al gruppo. Diesel invece non ha siti produttivi, ma ha laboratori in Italia e all’estero: 500 operai e 4500 impiegati commerciali. Questo è il nuovo modello, il cosiddetto “no factory”.

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luiss_smorgana