ROMA, 20 DIC – Con l’avvento di Basilea 3 ”piu’ capitale e liquidita’ renderanno le banche piu’ sicure. Ma non renderanno l’attivita’ bancaria in alcun senso ‘sicura”’. E’ quanto ha detto il senior vice president Credit Policy di Moody’s Alain Laurin in un’audizione alla Camera.
”E’ difficile credere che – ha osservato ancora Laurin – nonostante tutte le cose positive, le banche non continueranno a restare un’attivita’ opaca”.
”Il lungo periodo di transizione e i potenziali profondi cambiamenti che Basilea 3 potra’ portare alla struttura dell’industria bancaria – ha aggiunto il responsabile di Moody’s – creano incertezza. E l’incertezza puo’, in modo particolare nell’ambiente attuale, creare rischio”. Secondo Laurin, inoltre, ”nel breve periodo un piu’ basso livello di indebitamento implica una maggior restrizione dell’offerta di credito” e dunque”minori prestiti in un momento in cui le economie europee hanno bisogno di banche che svolgano appieno il proprio ruolo di intermediari del credito”. Percio’, a suo avviso, ”ci preoccupiamo tutti di una stretta creditizia, non e’ ancora li’, ma e’ una possibilita”’.
Il responsabile di Moody’s ha poi sottolineato la necessita’ di trovare ”un compromesso sui tempi” per realizzare le richieste dell’Eba alle banche. Laurin ha ricordato infatti che l’Authority europea ”ha imposto un ‘core tier 1′ al 9%: e’ una operazione comprensibile, ma che crea ulteriore pressione sui bilanci delle banche e puo’ causare rischi. La sfida e’ trovare un compromesso sui tempi, tra una accelerazione troppo rapida e una troppo lenta”.
