MILANO – Nuovo filone di inchiesta a Milano a carico di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. I due banchieri risultano indagati per ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza in qualità di ex presidente ed ex amministratore delegato di Mps.
Un filone di indagini che si aggiunge a quello, già in fase di udienza preliminare, che li vede imputati per falso in bilancio e aggiotaggio. E’ quanto risulta dai prospetti di bilancio pubblicati dal Monte dei Paschi di Siena. L’inchiesta è stata già chiusa dai pm milanesi e Profumo e Viola si sono fatti interrogare.
Nei prospetti pubblicati in vista del ritorno in Borsa della banca si legge, infatti, che “pende” davanti alla “Procura della Repubblica di Milano, nella fase della conclusione delle indagini preliminari, un altro collegato procedimento penale nei confronti dei (soli) dottori Profumo e Viola per un’ipotesi di ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza in relazione a mancate informazioni in ipotesi rilevanti per dirimere la questione della contabilizzazione delle operazioni Santorini ed Alexandria“. E il procedimento “è, ovviamente, pendente anche nei confronti” dell’istituto di credito senese per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
I pm di Milano hanno chiuso le indagini sulla nuova accusa nei confronti dei due ex vertici Mps (Profumo ora è amministratore delegato di Leonardo e Viola è stato amministratore delegato di Banco Popolare di Vicenza) nelle scorse settimane, anche prima dell’estate.
Profumo e Viola hanno chiesto di essere interrogati e i pm li hanno ascoltati nei giorni scorsi. L’ex presidente e l’ex amministratore delegato di Mps, da quanto si è saputo, si sono difesi e hanno fornito le loro spiegazioni sulle contestazioni e ora la Procura dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio.
Nel frattempo, riprenderà il prossimo 10 novembre l’udienza preliminare a carico di Profumo, Viola e Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale di Mps, tutti imputati per aggiotaggio e falso in bilancio sempre in relazione ai derivati Santorini ed Alexandria, e della stessa banca per la legge 231 del 2001. Le difese di Profumo e Viola, tra l’altro, hanno anche già preannunciato la possibilità che i loro assistiti si sottopongano ad interrogatorio in quell’udienza o nella successiva.
In questo ‘vecchio’ filone, trasmesso dai pm senesi, per la posizione dell’istituto la Procura aveva disposto l’archiviazione, ma poi il sostituto procuratore generale aveva deciso, come consente la legge, di disporre nuovi accertamenti. Gli inquirenti a quel punto hanno revocato l’archiviazione e hanno chiuso l’inchiesta a carico della banca e si è arrivati in udienza preliminare. Anche per Profumo, Viola e Salvadori era stata chiesta l’archiviazione dalla Procura, ma poi il gip aveva disposto l’imputazione coatta per falso in bilancio e aggiotaggio.