Se banche e aziende avranno i loro Tremonti bond, studenti e giovani lavoratori continuano a fare salti mortali per l’accesso al credito. E il mutuo per la prima casa resta un miraggio. Il mercato dei mutui in Italia infatti continua ad essere “gonfiato”, malgrado il calo del tasso di riferimento europeo: è la conclusione a cui giunge un’inchiesta del quotidiano La Stampa. Il quotidiano torinese ha effettuato una mappatura delle offerte medie dei principali istituti di credito italiani, comparando le politiche sui mutui.
Se per un mutuo ventennale a centomila euro, l’Eurirs – il tasso di interesse per l’area euro – fissa il 3,90%, in Italia Unicredit per un mutuo analogo paga il 5,90%.
Anche se si cambia soggetto, la musica non cambia: un istituto relativamente nuovo come IngDirect (almeno come presenza sul mercato) per lo stesso mutuo applica il 5,70%. Tutti prestiti a tasso fisso. Che se da una parte tengono alti i prezzi di mercato, dall’altra rassicurano un paese di solidi risparmiatori qual’è l’Italia. Specie dopo la burrasca dei mutui subprime.
Tuttavia il trend è impressionante: specie se si considera che il costo del denaro nell’area euro indicato dall’Euribor – ossia il tasso di interesse emesso dalla Bce – è al minimo storico di 1,30%. Il tasso medio su un mutuo decennale in Italia a febbraio era al 5,13%, partendo da un 5,10% di gennaio. «Da gennaio non è più giustificato un livello tanto elevato: non si capisce perché il rischio debba essere pagato dai consumatori attraverso gli spread (differenziale fra tasso italiano e tasso europeo, ndr) alle stelle», ha affermato Paolo Martinello di Altroconsumo