Negozianti al telefono per gli incentivi: in tilt il call center delle Poste

Il prossimo 15 aprile partiranno gli incentivi per i consumatori. In attesa però della partenza dei bonus per gli acquisti di ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti alla banda larga e motori nautici, martedì oltre 1.500 negozianti si sono registrati, attraverso il call center di Poste italiane, mandandolo letteralmente in tilt. Come riporta il Sole 24 Ore infatti la linea del numero verde risultava “momentaneamente non raggiungibile”.

“Il traffico era troppo intenso” hanno spiegato da Poste Italiane che ha firmato un accordo di partnership con il ministero per lo Sviluppo economico nella campagna per gli incentivi con un call center informativo per cittadini e imprese. L’azienda ha anche realizzato un portale internet dedicato alla campagna incentivi che sarà disponibile nei prossimi giorni.

Un servizio, quello di Poste Italiane, che non sarà ovviamente gratuito: alle Poste andranno circa 5,6-5,7 milioni, meno dei 7 milioni previsti inizialmente ma sempre una somma non trascurabile che andrà recuperata dal fondo incentivi. Così, per i bonus ai consumatori si scende da 300 milioni a poco più di 294; con una diminuzione che dovrebbe essere ripartita in quota parte tra tutti i settori interessati.

Di fronte al coro abbastanza unanime degli operatori di mercato come Maurizio Motta, direttore generale di Mediamarket (Media World e Saturn), e società come UniEuro e il gruppo Snaidero, spicca la critica di Albino Sonato, presidente di Euronics e dell’Aires, l’associazione italiana dei retailer (vendita al dettaglio), specializzati di elettrodomestici, il quale dice: «È una disgrazia burocratica, sembra fatta a posta per scoraggiare sia i clienti sia gli operatori perché il sistema per recuperare gli incentivi anticipati dai negozianti è troppo complesso. Inoltre non credo che il call center delle Poste sia strutturato per ricevere l’onda d’urto delle telefonate che arriveranno per registrarsi. Cosa che noi non abbiamo ancora fatto perché aspettiamo risposte chiare dal governo».

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Alessandro Avico