Nel 2009 la spesa pubblica è stata metà del Pil: i dati dell'Ocse

ROMA – Nel 2009, la spesa pubblica ha rappresentato nei Paesi Ocse circa la meta' del PIL, attestandosi attorno ai 16.000 dollari a parita' di potere d'acquisto pro capite. E' quanto rileva la stessa organizzazione internazionale nel suo rapporto 'Uno sguardo sulla pubblica amministrazione 2011' avvertendo che, alla lunga, in molti casi una tale gestione delle finanze pubbliche non e' sostenibile.

Per la maggior parte dei Paesi dell'area, nel 2008 la protezione sociale ha rappresentato il settore di dispendio piu' rilevante, pari a circa il 34% della spesa totale. Anche la spesa sanitaria (14,7% del totale), i servizi pubblici generali (13,1% inclusi i pagamenti di interessi sui debiti) e l'istruzione (13,1%) hanno costituito una percentuale considerevole della spesa totale. L'Ocse ricorda tuttavia che oltre al suo potere di spesa, il settore pubblico crea anche molti posti di lavoro: in media nel Paesi dell'area, circa un quarto della forza lavoro totale e' impiegata presso la pubblica amministrazione. Nel periodo 2007-2009, la percentuale di spesa pubblica e' aumentata del 4,9%: tale incremento e' dovuto sia alla diminuzione del Pil, sia all'innalzamento della stessa spesa, dettato dalla necessita' di assicurare la stabilita' del sistema finanziario e di stimolare l'economia in risposta alla crisi.

Tra il 2007 e il 2009, i Paesi che hanno registrato il maggior incremento nella spesa pubblica calcolato percentualmente rispetto al Pil, si legge ancora nel rapporto dell'Ocse, sono Irlanda ed Estonia con un aumento pari, rispettivamente, al +12,1% e al +10,8%.

L'Ocse avverte tuttavia che la gestione delle finanze pubbliche in molti Paesi dell'area ''non e' sostenibile nel lungo periodo'' e dimostra quindi che ''al fine di stabilizzare il rapporto debito/Pil entro il 2026, si deve registrare in media un incremento del Pil potenziale del 4% rispetto alle situazioni fiscali del 2010''.

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luiss_smorgana