Ocse loda il Jobs Act di Renzi: “+6% Pil in 10 anni. +340mila posti in 5 anni”

Ocse loda il Jobs Act di Renzi: “+6% Pil in 10 anni. +340mila posti in 5 anni”

ROMA – Ocse loda il Jobs Act di Renzi: “+6% Pil in 10 anni. +340mila posti in 5 anni”. In Italia è in corso un piano di riforme “ambizioso” e il Jobs Act può essere “il motore del cambiamento” per un Paese fermo da troppo tempo. Il plauso e l’incoraggiamento al governo Renzi ad andare avanti arriva dall‘Ocse, che nel suo rapporto economico sull’Italia sottolinea come “la priorità assoluta resta la riforma del mercato del lavoro, la cui eccessiva rigidità rappresenta un ostacolo alla creazione di posti di lavoro” e spiegando che se attuata pienamente, insieme alle riforme strutturali, si potrebbe avere un incremento del Pil pari al 6% nei prossimi dieci anni e la creazione di 340.000 nuovi posti di lavoro nell’arco di cinque anni.

Non la pensa così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil: “L’Ocse detiene il record delle previsioni sbagliate” è il suo laconico commento sulle previsioni del segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Che invece apprezza in pieno lo sforzo di Renzi: “Ha scelto chiaramente un team efficiente – ha dichiarato – nel 2014 si sono fatti grandi passi avanti sulle riforme, ma molto resta da fare”. Il Jobs Act “è la chiave per far ripartire il Paese e promuovere l’inclusione sociale”, ha aggiunto.

I dati italiani sulla disoccupazione, sui Neet e sulla bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, “dimostrano quanto sia importante in Italia che il mercato del lavoro sia al centro delle riforme. Se pienamente attuato, il Jobs Act può essere il vero motore di cambiamento”, per l’economia italiana, che quest’anno “dovrebbe crescere dello 0,6%, tenuto conto delle riforme, delle circostanze generali e delle ultime informazioni”, ha spiegato il numero uno dell’organizzazione parigina, mentre per il 2016 è confermata la stima di un +1,3% di Pil.

Nel rapporto l’Ocse aveva stimato una crescita dello 0,4% quest’anno perché lo studio è stato chiuso prima dell’annuncio del lancio del ‘quantitative easing’ da parte della Bce, che dovrebbe portare notevoli benefici a tutte le economie dell’eurozona.

Il rapporto ci dice che “la direzione è giusta e i risultati si vedranno e saranno positivi in termini di crescita, occupazione, stabilizzazione della finanza pubblica e abbattimento del debito”, ha commentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, aggiungendo che la riforma del mercato del lavoro produrrà “un beneficio gigantesco”, con “più occupazione, ricchezza, e quindi più fiducia dei cittadini”. L’obiettivo è dunque ribaltare una situazione che vede l’Italia molto indietro rispetto ad altri Paesi. Dalla fine degli anni ’90, il principale problema dell’Italia è la scarsa crescita economica, scrive l’Ocse nel rapporto, spiegando che “il ristagno dell’economia ha lasciato l’Italia indietro in molti ambiti del benessere, in particolare l’istruzione e le competenze, l’occupazione, il reddito e l’abitazione”.

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Warsamé Dini Casali