Crisi Ue, Olli Rehn: “Il fondo salva stati va rafforzato”

Olli Rehn

”Rafforzare la capacità di prestito” del Fondo salva-Stati, nato per soccorrere i Paesi della zona euro in difficoltà a causa della crisi dei debiti sovrani, e ”ampliare il suo raggio di azione”. A chiederlo per per la prima volta è il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, in un suo intervento sulle pagine del Financial Times.

Fino ad oggi, infatti,  la Commissione Ue aveva sempre smentito le voci su un possibile aumento delle rirose dello European financial stability facility (Efs), attualmente dotato di 440 miliadi di euro, già attivato alla fine del 2010 per aiutare l’Irlanda.

”Dobbiamo assicurare che i meccanismi di sostegno finanziario messi in campo lo scorso maggio siano adeguati per raggiungere i loro obiettivi”, afferma Rehn, sottolineando come per questo motivo ”l’effettiva capacità di prestito dell’attuale European financial stability facility dovrebbe essere rafforzata e il suo raggio di azione ampliato”.

Per il guardiano dei conti pubblici europei è quindi necessario ”rivedere tutte le opzioni per quel che riguarda la taglia e il campo d’azione dei nostri meccanismi di protezione, non solo per quelli attuali, ma anche per il meccanismo di stabilità permanente”, al cui funzionamento si sta lavorando da tempo e che dovrebbe entrare in vigore a metà del 2013.

Negli ultimi giorni – con l’acuirsi della crisi dei debiti sovrani che mette a rischio Paesi come Portogallo, Spagna e Belgio – si erano nuovamente intensificati i rumors secondo cui la Ue starebbe lavorando ad un aumento delle risorse dell’attuale Fondo salva-Stati. Un rafforzamento fortemente richiesto negli ultimi mesi dall’Fmi e dalla Bce, ma che finora ha incontrato alcune resistenze, soprattutto da parte della Germania.

Tra le ipotesi circolate nelle ultime ore, non solo un incremento della dotazione del Fondo (l’Fmi aveva proposto un raddoppio a 880 miliardi di euro, impegnandosi a sua volta ad un raddoppio del suo contributo al meccanismo, attualmente di 250 miliardi), ma anche una modifica delle regole per permettere tassi di interesse più bassi sui prestiti concessi ai Paesi in difficoltà, ritenuti dai più troppo elevati.

Per questo si starebbe pensando anche alla possibilità che l’Efs possa acquistare direttamente titoli pubblici sul mercato secondario, come avviene per la Bce. A questo punto è molto probabile che la questione venga affrontata nel corso della riunione dell’Eurogruppo in programma lunedi’ sera, seguita martedì mattina da quella dell’Ecofin.

Published by
Emiliano Condò