A rendere ancora più alta la tensione, poi, contribuisce la dichiarazione del vicepresidente del gruppo di Detroit, John Smith, che ha fatto sapere di voler tagliare 10.000 posti di lavoro.
Bruederle ha dichiarato di voler studiare con attenzione il piano di ristrutturazione del gruppo Usa, aggiungendo che a Gm serve l’appoggio dei lavoratori se vuole garantirsi un pieno recupero.
Appoggio che, almeno per il momento sembra non esserci. I sindacati tedeschi, infatti, secondo quanto riportato dal Financial Times, hanno deciso di avviare una serie di scioperi dimostrativi per protestare contro la decisione di Gm.
Il leader sindacale dei lavoratori di Opel, Klaus Frank è furioso per la mossa del gruppo americano, che fa saltare tutti gli accordi presi finora con le organizzazioni sindacali e fa ripartire la trattativa sul piano di ristrutturazione della compagnia automobilistica tedesca. «Le dimostrazioni – spiega Frank nell’intervista al quotidiano finanziario – inizieranno in Germania e si estenderanno a tutta l’Europa».
Tuttavia la voce grossa dei sindacati tedeschi non trova eco in Gran Bretagna, dove hanno sede due impianti Opel/Vauxhall. «La svolta di Gm è incredibile – dice il leader sindacale Tony Woodley – Sono deliziato per queste nuove notizie. Si tratta di notizie fantastiche per la Gran Bretagna e sono felice che Gm non voglia rompere con la sua famiglia e intenda tenersi Vauxhall».
Anche la reazione del ministro dell’Industria, Peter Mandelson, che si è detto subito disponibile a negoziare con Gm, è molto diversa da quella dei politici tedeschi.
Sorpreso, invece, il premier russo, Vladimir Putin. Secondo un portavoce di Putin, Magna e Sberbank faranno un punto legale sulla situazione. Inoltre il premier russo propone che decidere sul futuro della casa automobilistica tedesca sia il trust che attualmente si occupa della sua gestione amministrativa e non il board di Gm.
Positivo invece il giudizio dell’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne: «È una scelta totalmente razionale perchè considerando quello che è successo era l’unica soluzione». Per Marchionne la scelta di General Motors di non cedere Opel «è una cosa buona per l’Europa – ha spiegato a margine del Chrysler day – perchè adesso faranno ciò che devono fare. Questo è un business un po’ complicato. Le scelte razionali e industriali vanno fatte in una maniera molto precisa. Dovranno razionalizzare le infrastrutture in Europa che sono troppo grosse e complesse».