ROMA – Non c’è crisi per gli ultra-ricchi. A dispetto delle incertezze economiche e geopolitiche globali, il numero di Paperoni ha raggiunto nel 2013 un record assoluto. Secondo un rapporto di Ubs, gli “ultra-benestanti”, ovvero coloro che contano proprietà e asset per oltre 23 milioni di dollari, sono ad oggi quasi 200.000 nel mondo, il 6% in più del 2012, per una ricchezza globale di quasi 28 mila miliardi di dollari, 2 mila miliardi in più del 2012. In pratica più del pil indiano.
Se il rapporto Wealth-X e Ubs non fa i nomi dei paperoni, a stilare la classifica ci pensa la rivista americana Forbes. Al primo posto tra i paperoni al mondo c’è il messicano Carlos Slim con 73 miliardi di dollari, seguito da Bill Gates di Microsoft con 67 miliardi e dallo spagnolo Amancio Ortega di Zara con 57 miliardi. In Italia invece al primo posto della classifica di Forbes c’è Michele Ferrero, seguito da Leonardo Del Vecchio e poi Miuccia Prada.
I miliardari sono invece oltre 2 mila, con patrimoni per un totale di 6.516 miliardi (+5,3%). In questo contesto, mentre le fabbriche lottano con la cassa integrazione e le pmi arrancano tra credit crunch e pressione fiscale alle stelle, i ricchi d’Italia non se la passano affatto male. Nel 2013 i milionari sono aumentati del 7%, poco meno della media europea dell’8,7%. Sono in tutto 2.075 rispetto ai 1.940 dello scorso anno, con una ricchezza complessiva di 235 miliardi di dollari, in aumento del 6,8% sul 2012.
L’Italia è il quinto Paese nella classifica europea, dopo Germania, Gran Bretagna, Svizzera e Francia e prima della Spagna. Tra le grandi città europee, Roma è invece nona, con 1.195 Paperoni (quasi una bazzecola rispetto ai 6.360 di Londra).
Tra i dati sorprendenti del rapporto della banca svizzera, spicca però quello relativo alla Grecia. I numeri assoluti sono bassi (in tutto 505 mega-milionari), ma a fare impressione in un Paese che sopravvive grazie agli aiuti europei e dove la popolazione lotta ogni giorno contro crisi economica e disoccupazione sono le percentuali: l’incremento rispetto al 2012 è dell’11% nel numero e di ben il 20% nella ricchezza complessiva detenuta da quelle 500 persone, pari a 60 miliardi di dollari.