Il Parlamento europeo ha rifiutato di approvare l’accordo provvisorio sul trasferimento dei dati bancari agli Stati Uniti attraverso la rete Swift, adducendo preoccupazioni in materia di privacy, proporzionalità e reciprocità. Il testo firmato tra gli Usa e i 27 stati membri non potrà entrare in vigore.
Lo riferisce Strasburgo in una nota sottolineando che i deputati propongono di negoziare un nuovo accordo. La risoluzione che respinge l’accordo, approvata con 378 voti favorevoli, 196 contrari e 31 astensioni, invita la Commissione e il Consiglio ad attivarsi su un accordo a lungo termine con gli Stati Uniti su questo tema.
I deputati ribadiscono che qualsiasi nuovo accordo deve essere conforme ai requisiti del Trattato di Lisbona, e in particolare alla Carta dei diritti fondamentali. La proposta del Ppe e dell’Ecr di rinviare il voto, sostenuta anche dalla Commissione, è stata respinta dall’Aula con 290 favorevoli, 305 contrari e 14 astensioni.
«Il Consiglio non è stato abbastanza duro sulla protezione dei dati» ha detto la relatrice Jeanine Hennis-Plasschaert (Adle, Nl), sostenendo che le norme sul trasferimento e sulla conservazione dei dati contenute nell’accordo interinale non sono proporzionate alla sicurezza che pretendono fornire. Per continuare a condividere i dati finanziari ai fini della lotta al terrorismo, l’Ue e gli Stati Uniti si basano ancora su un accordo di mutua assistenza giudiziaria che permette lo scambio di dati nel quadro della legislazione interna degli Stati membri dell’Unione.
All’indomani dell’attacco alla Torri Gemelle, gli Stati Uniti hanno rafforzato l’apparato antiterroristico, autorizzando la possibilità di spiare i conti bancari, per poter vagliare gli eventuali movimenti di capitale dei presunti attentatori. La disposizione ha permesso di accedere anche ai database europei, sfruttando la filiale americana di Swift. La quale, però, è una società registrata in Belgio. Ed è qui che, nel 2006, si è cominciato a parlare di privacy violata.
Un tira e molla ha condotto a un accordo interinale – voluto dal Consiglio, cioè dai governi Ue -, che ha rinnovato la possibilità per gli americani di scrutinare Swift, anche se solo sino all’autunno prossimo. Nel frattempo se ne sarebbe negoziata una seconda versione, per coniugare le esigenze dei cittadini e quelle degli americani. L’intesa, che inizialmente si è cercato di non sottoporre all’esame di Strasburgo, è durata 11 giorni appena. Entrato in vigore il primo febbraio, è defunto ufficialmente ieri.
La Commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmström, ha difeso la misura cancellata a Strasburgo, dicendo che non usurpava i diritti dei cittadini, e promettendo una nuova intesa che venga incontro ai desiderata del parlamento. Un dispiaciuto Consiglio, per bocca del presidente di turno, lo spagnolo Zapatero, ha ribadito che «è importante lavorare con gli Usa». I parlamentari ne fanno anche una questione di «sovranità europea», dicono che «cooperazione vuol dire anche concordare i controlli». Gli americani sono di altro avviso: «Avete interrotto un importante programma di antiterrorismo che ha prodotto 1500 rapporti e numerose indicazioni per le autorità europee, contribuendo in modo significativo agli sforzi comune di antiterrorismo».
