MILANO – Si chiude un capitolo e se ne apre un altro: alla Parmalat c'è attesa l'assemblea ordinaria e straordinaria di domani che sancirà la fine dell'era targata Enrico Bondi – che ha fatto risorgere il gruppo dalle ceneri del crac di Calisto Tanzi – e al tempo stesso segnerà l'inizio di una nuova epoca, quella dei francesi di Lactalis.
Il tutto mentre il mercato s'interroga su chi sarà il nuovo amministratore delegato che guiderà il gruppo di Collecchio sotto l'egida della famiglia Besnier.
E così gli azionisti di Parmalat si sono dati appuntamento in terza convocazione alle 16 di martedì 27 giugno nella sede dell'Unione parmense degli industriali, a Palazzo Soragna, per rinnovare i vertici del gruppo oltre che per approvare il bilancio, modificare lo statuto e dare l'ok all'emissione di azioni gratuite decisa dal Cda al momento dell'approvazione dei conti.
Il tutto mentre da qualche mese il primo azionista è diventato il colosso transalpino che, in attesa del termine dell'Opa da 2,6 euro per azione (l'8 luglio), si presentera' al voto col 28,94% del capitale.
In sala è atteso quasi il 50 per cento della compagine azionaria e dovrà decidere quale delle tre liste in corsa guidera' Parmalat: oltre a quella di Lactalis, ci sono quelle di da Assogestioni e dei fondi esteri (Zenit Asset Management, Skagen e Mackenzie), che non l'hanno ritirata nonostante abbiano ceduto, tre mesi fa, il loro 15,3% proprio ai francesi al prezzo di 2,8 euro per azione. Nelle scorse settimane invece era stata tolta di mezzo quella di Intesa SanPaolo che puntava a candidare nuovamente Bondi nel caso si venisse a formare una cordata italiana alternativa a Lactalis.
Secondo le attese, comunque, i francesi dovrebbero conquistare a mani basse la maggioranza del board (nove posti su undici), mentre l'eventuale battaglia tra soci si giocherà sui due posti destinati alle minoranze. Detto ciò la lista di Assogestioni punterebbe a catalizzare il 14-18 per cento dei voti. Se tutto andrà come da copione, alla presidenza della Parmalat 'made in France' dovrebbe andare Francesco Tato', mentre in occasione dell'insediamento del nuovo consiglio d'amministrazione verranno distribuite le deleghe.
E non si esclude che possa salire sulla tolda di comando il presidente di Lactalis Italia e direttore generale di Groupe Lactalis, Antonio Sala. Tra gli altri nomi candidati dai francesi ci sono il commercialista Marco Reboa (indipendente), Riccardo Zingales (indipendente), Francesco Gatti, Daniel Jaouen, Marco Jesi (indipendente) e Ferdinando Grimaldi Gualtieri (indipendente). Sotto i riflettori dei soci ci saranno poi altri due temi caldi: il prezzo dell'Opa di Lactalis, che il Cda in carica di Parmalat ha già bocciato, e l'atteso addio di Bondi.
A lui resterà comunque l'incarico di commissario straordinario della Parmalat dell'era Tanzi, ovvero di quelle societa' ancora sotto commissariamento (dal dicembre del 2003). Inizialmente erano circa 70, alcune sono state chiuse altre invece sono ancora in vita sebbene non siano direttamente riferibili al gruppo quotato in Borsa.