MILANO – L’Antitrust europeo accende il faro sul caso Lactalis-Parmalat mentre Intesa SanPaolo è al lavoro per la messa a punto di una manifestazione d’interesse da presentare in tempo utile per il Cda del gruppo di Collecchio in agenda venerdì prossimo, 1° aprile, a Milano. Una corsa contro il tempo, insomma, il cui esito resta ancora incerto.
A lavorare sulla cordata alternativa ai francesi per la conquista del gruppo alimentare ci sono gli avvocati dello studio Pedersoli che, assieme ai vertici operativi della banca, Corrado Passera e Gaetano Micciché, stanno sondando il terreno.
Ma l’incognita resta la figura imprenditoriale che si potrebbe far carico dell’impresa. Sebbene da Alba indichino ancora la famiglia Ferrero interessata all’operazione, in ambienti finanziari sorgono dubbi.
Gli altri nomi che circolano, al di là di Granarolo che non metterebbe comunque soldi nell’operazione ma solo asset, sono tutti investitori finanziari: da Giovanni Tamburi a Palladio.
In questo contesto si fa strada inoltre un possibile coinvolgimento della Cdp, che sarebbe permesso dallo statuto, ma i tempi sembrerebbero troppo stretti.
Il tutto mentre da Bruxelles la portavoce del commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha avuto modo di spiegare che i ”servizi dell’Antitrust seguono da vicino e con interesse la situazione” che ha portato Lactalis a detenere il 29% di Collecchio. ”La regola – ha ricordato – è che non si può acquisire il controllo di un gruppo senza prima il via libera della Commissione Europea”. E nel caso specifico l’azienda francese ha ”la responsabilità di sapere se la partecipazione in Parmalat le dà o no il controllo del gruppo. Se così fosse dovrebbe notificare l’operazione alla Commissione, perché in materia di fusioni e di acquisizioni non si può acquisire il controllo di una società senza prima avere il via libera dall’esecutivo europeo”.
Sempre a proposito dei francesi, la Confconsumatori ha inviato un esposto motivato alla Consob, chiedendo all’Autorità guidata da Giuseppe Vegas di indagare sulla condotta di Lactalis e verificare l’eventuale violazione della disciplina dell’offerta pubblica da parte del gruppo francese. E, per dar tempo alle indagini, viene chiesto anche di rinviare l’assemblea dei soci fissata dal 12 al 14 aprile.
Sul tema del rinvio dell’assemblea si esprimerà comunque prima il Cda di Parmalat che venerdì prossimo, in scia al decreto anti-Opa del Consiglio dei ministri, potrà decidere se rinviare o meno l’appuntamento con gli azionisti a fine giugno. Per farlo però dovrà esser stata presentata una proposta industriale alternativa a quella d’Oltralpe.
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