Pasta Garofalo agli spagnoli, Ebro compra il 52% per 62 milioni

ROMA – I grandi marchi alimentari made in Italy continuano a far gola agli investitori internazionali: dal riso, alla pasta, ai panettoni, alla cioccolata, ad affacciarsi sul mercato nazionale, con acquisizioni o joint venture, sono stati negli ultimi anni francesi, inglesi, giapponesi, russi, turchi e spagnoli. Ed è targata Spagna l’ultima operazione su un grande marchio di qualità. E’ di oggi infatti l’annuncio che gli spagnoli di Ebro Foods entrano con il 52% nell’azionariato dell’antico Pastificio Lucio Garofalo, leader italiano nella produzione di pasta premium.

Alla finalizzazione dell’accordo Ebro Foods entrerà nel capitale di Garofalo S.p.A con un investimento complessivo di circa 62 milioni di euro. L’ingresso del Gruppo Ebro, ha detto l’ad di Garofalo Massimo Menna, “ci dà la possibilità di consolidare il successo della nostra pasta nel mondo” grazie alla sua esperienza e know how internazionale. E’ un’operazione che, precisa, “rappresenta un valore per il Sistema Italia e non va erroneamente letta come ‘un pezzo di Italia che se ne va’”. Lo sviluppo continuerà ad essere guidato dal quartier generale campano di Gragnano.

Secondo le stime di Coldiretti, supera i 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi. Oltre al 25% del Riso Scotti acquistato dalla stessa Ebro, lo scorso anno c’è stata anche la cessione da parte di Averna dei gianduiotti Pernigotti al gruppo turco Toksoz. Ma sono poi da ricordare LVMH che ha comprato la maggioranza di Cova Montenapoleone e l’imprenditore di Hong Kong a cui è andata un’azienda vitivinicola nel cuore del Chianti. Per non dimenticare il Gruppo Agroalimen di Barcellona salito al 75% nella proprietà di Star, o la Fiorucci salumi acquisita dalla Campofrio food holding. C’è stata anche la vendita della Bertolli al fondo Usa CVC Capital Partners, mentre il marchio di pelati Ar è ora di Mitsubishi.

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Alessandro Avico