Sulla base di questi due impegni vincolanti,A quanto riferisce il Sole 24 Ore, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha siglato mercoledì 27 ottobre un’intesa con regioni e parti sociali per rilanciare l’apprendistato nell’anno di transizione che si apre dopo il via libera definitivo al “collegato lavoro”, testo che riapre la delega al governo per la riforma dell’«apprendistato professionalizzante». La sigla è stata subordinata a “due impegni vincolanti”: che l’apprendistato diventi il contratto d’ingresso «tipico» dei giovani nel mercato del lavoro e che agli apprendisti sia garantito il massimo di formazione.
L’intesa è stata firmata da 32 sigle compresa la Cgil, sindacato che, scrive il Sole 24 Ore, “conferma la sua linea partecipativa su questo fronte dopo la sigla, lo scorso 17 febbraio, delle “linee guida per la formazione”.
«L’accordo firmato oggi – ha detto fra l’altro il ministro – è anche finalizzato a combattere l’uso distorto del tirocinio e delle collaborazioni» e punta a «recuperare un contratto ulteriormente penalizzato dalla crisi economica». Secondo gli ultimi dati Isfol disponibili, nel 2009 s’è registrato un forte calo del numero dei contratti di apprendistato attivati (dai 645.986 del 2008 si è passati a 567.842 con una riduzione di 78.144 unità) in un contesto, qual è quello italiano, caratterizzato da tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa. Inoltre, come si ribadisce nel testo ministeriale, solo il 20% degli apprendisti ha effettivamente ricevuto una formazione.
Per il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, l’intesa è positiva ma «la riforma deve essere ancora fatta e il tavolo che si insedia deve darsi l’obiettivo di raggiungere un risultato ben prima dei 12 mesi previsti». Mentre resta la «netta contrarietà alla norma del “collegato lavoro” che prevede la possibilità di assolvere agli obblighi scolastici con il contratto di apprendistato a 15 anni».
