In Italia c’è una ‘macchinetta’ ogni 26 abitanti, che eroga ogni giorno caffé, bibite, snack, yogurt, frutta fresca, prodotti dietetici. Talvolta persino pizze e piatti di lasagne calde pronte per il consumo. E il settore della distribuzione automatica vale circa 3 miliardi di euro in termini di fatturato annuo.
A scattare un fotografia socio-economica del comparto è Antonio Barbangelo in un libro dal titolo, ‘Pausa Caffe’, pubblicato da Egea, la casa editrice dell’università Bocconi. Le macchinette si trovano da tempo nei luoghi di lavoro e ora, sempre più spesso, in quelli aperti al pubblico: ospedali, stazioni ferroviarie, aeroporti, palestre, musei.
Ma il nostro Paese non è solo consumatore. L’Italia rappresenta infatti il primo produttore europeo di distributori automatici e detiene la leadership mondiale di export (70% della quota di settore). Il settore coinvolge varie categorie di imprese: oltre ai fabbricanti di distributori ci sono le società che li gestiscono e ne effettuano la manutenzione e i grandi gruppi della produzione alimentare. E il comparto gioca un ruolo rilevante in territori confinanti, come quelli della grande distribuzione organizzata e della ristorazione.