ROMA – Pensioni, si torna a quelle anticipate che la riforma Fornero aveva eliminato, creando l’annosa questione degli esodati. Questa l’idea del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che promette una soluzione definitiva al problema di chi, pur non avendo raggiunto l’età pensionabile ed in sua attesa, è stato incentivato ad uscire dal mondo del lavoro. E chi paga? Giovannini non è molto chiaro al riguardo e parla di un anticipo previdenziale ma col contributo sinergico di Stato, aziende e lavoratori. Un piano al quale il governo starebbe lavorando da tempo, ha spiegato il ministro, ma che richiede una certa “robustezza finanziaria“. Sarà, assicura il titolare del Welfare, uno “strumento flessibile in funzione delle esigenze soggettive dei lavoratori”.
Giovannini, a margine di una conferenza stampa all’Inail, ha così illustrato le possibilità circa un ipotetico anticipo dell’assegno previdenziale rispetto all’età prevista dalla riforma Fornero:
“Stiamo lavorando – ha detto il ministro – sugli aspetti tecnici. Il procedimento è complesso. Può prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L’idea è di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti (lavoratore, impresa ma anche Stato, ndr) ma ci deve essere robustezza finanziaria”.
Il ministro ha però sottolineato che il piano è ancora allo studio, in collaborazione con il ministero dell’Economia.
“Stiamo valutando come ottenere uno strumento flessibile in funzione delle condizioni soggettive del lavoratore”.
In pratica al lavoratore verrebbe offerto una sorta di prestito d’onore garantito dalle aziende e dallo Stato. Prestito che andrà poi restituito dallo stesso lavoratore, una volta ricevuto il primo assegno previdenziale. Un po’ come si fa con gli studenti, ai quali viene concessa una linea di credito da investire per la propria formazione, in vista dei futuri guadagni. Ma qui siamo molto in là nel mare delle ipotesi, dal momento che il piano oltre a dover reperire i necessari fondi di attuazione, dovrà pure essere approvato dalle parti sociali. Giovannini però ci tiene a precisare che la sua non sarà una “controriforma” post Fornero.