Pensioni di accompagnamento e reversibilità: costano 40miliardi l’anno

ROMA – Le Lega ha aperto uno spiraglio sulla riforma delle pensioni, ma vuole toccare solo quelle di reversibilità e quelle di accompagnamento. Insomma vuole colpire solo vedove e invalidi. Ma quanto si spende ogni anno per questi tipi di pensioni? Per gli assegni di accompagnamento e di reversibilità si spendono più di 40 miliardi di euro l’anno. Le indennità di accompagnamento sono 1,7 milioni in Italia e costano 13 miliardi l’anno con una media di 487 euro ad assegno: ci sono i furbetti ma ci sono anche tante famiglie che usano questi soldi per pagare la badante al padre o al nonno allettato. Gli assegni di reversibilità invece vengono erogati a 3,8 milioni di supersiti e, sommando quelle gestite dall’Inps e quelle da altre casse previdenziali, arrivano a costare ogni anno circa 30 miliardi di euro. Vediamo nel dettaglio:

Indennità di accompagnamento. Si intende una sorta di pensione aggiuntiva, un aiuto, che lo Stato dà alla famiglia di un invalido al 100%, ovvero a una persona che non è più autosufficiente. Per ottenerlo, però non ci sono limiti di reddito. Quindi a rigor di logica anche un miliardario piotrebbe ricevere l’assegno di accompagnamento. Poi, sempre siccome siamo in Italia, i furbetti si nascondono in ogni meandro e sono stati scoperti dall’Inps vari casi di falsi invalidi alla famiglia dei quali veniva erogato l’assegno di assistenza. Solo nel 2010, ad esempio, l’Inps ha revocato il 23% delle prestazioni di invalidità controllate col richiamo a visita medica. E dove vanno la maggior parte degli assegni di accompagnamento? Nemmeno a dirlo, al sud dove ci sono più indennità di accompagnamento: 3,7 ogni cento abitanti, contro le 3,5 del Centro e le 2,6 del Nord. Il Meridione registra anche il record di falsi invalidi e quindi rispettive indennità di accompagnamento indebitamente erogate.

Pensioni di reversibilità. Sono gli assegni che vengono dati al coniuge e eventualmente ai figli a carico e altri eredi dopo il decesso del congiunto: corrispondono al 60% delle pensione o dello stipendio del defunto, per una media di 533 euro al mese che vengono erogate alla vedova e ai figli. Ci sono però delle eccezioni: l’assegno può arrivare ad essere del 100% nel caso ad esempio la vedova (o il vedovo) non abbia un reddito autonomo e abbia due figli a carico. Può invece scendere in caso il superstite abbia uno stipendio medio alto: si va da un taglio del 25% sulla reversibilità nel caso il coniuge superstite abbia uno stipendio tre volte il minimo, cioè 1.382 euro, a un taglio del 50% in caso di stipendio 5 volte il minimo, ovvero di 2.304 euro al mese.

 

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luiss_vcontursi