ROMA – Pensioni, contributo di equità: da 100 a 400 € al mese da 2mila lordi (retributive). Non chiamatelo contributo di solidarietà, sebbene dovrebbe servire anche a sostenere esodati ed esodandi oltre che i cassaintegrati in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali: chiamasi, invece, “contributo di equità” il prelievo sulle pensioni medio-alte (cui in qualche modo guarda il ministro del Welfare Giuliano Poletti, cui Matteo Renzi guardava con favore nonostante il no categorico via tweet a nuovi tagli), immaginato e proposto dagli economisti de LaVoce.it Tito Boeri, Fabrizio e Stefano Patriarca. Il principio ispiratore, da cui il nome, è temperare lo squilibrio che consente, grazie al sistema retributivo, di beneficiare di assegni più alti rispetto ai contributi effettivamente versati: a costoro, in nome dell’equità, verrebbe chieste una quota, un contributo appunto, da applicare sulla differenza tra assegno attuale e assegno calcolato con il metodo contributivo (più basso). Diciamo tra i 100 e i 400 euro al mese al secondo della fascia di reddito e solo al “10% dei pensionati che hanno un reddito più alto e che possiedono il 27% del totale delle pensioni, un contributo medio pari a meno di un quarto di quanto non è giustificato dai contributi che hanno pagato”.
Come funziona? Intanto la misura sarebbe progressiva e dovrebbe essere preceduta dalla ricostruzione della storia contributiva degli interessati (facile per i privati, molto più complicata per i pubblici, avverte l’Inps). In base alle ipotesi di Boeri-Patriarca, le aliquote sono tre, così da alleggerire il contributo sulle pensioni medie, le più colpite (visto che lo “squilibrio”, la differenza tra pensione percepita e contributiva, è meno marcato per gli assegni alti). E si applicano così: 20% dello squilibrio su pensioni tra 2 mila e 3 mila euro mensili; 30% dello squilibrio su pensioni tra 3 mila e 5 mila euro; 50% dello squilibrio su pensioni superiori ai 5 mila euro. Il taglio degli assegni sarebbe in media tra il 3 e il 7%, «non un intervento draconiano », visto che il blocco dell’indicizzazione degli ultimi due anni – fanno notare Boeri-Patriarca li ha già ridotti del 4% circa. Il sacrificio più marcato (fino ad oltre il 10%) sarebbe per gli ex dipendenti pubblici con pensioni sopra i 6 mila euro. (Valentina Conte, La Repubblica).