La crisi alza la “gobba” delle pensioni. 500mila pagate all’estero

La spesa pensionistica italiana crescerà dell’1,1% in più in rapporto al Pil, tra il 2008 e 2010. La recessione, infatti, produrrà una gobba imprevista della spesa (che si attesta al 15% del Pil) rispetto alle previsioni di un anno fa. Lo dice il 10° Rapporto sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario della Ragioneria Generale dello Stato.

Lo scarto della curva statistica è calcolato in base alle ipotesi di calo dello 0,8% del Pil medio annuo nel triennio 2008-2010, le stesse stime contenute nel Documento di programmazione economica presentate dal Governo a Bruxelles lo scorso febbraio.

Sempre in tema di pensioni, c’è da registrare un sostanzioso aumento dei pensionati che scelgono di incassare l’assegno previdenziale all’estero. L’Inps stima che dalle sue casse escano ogni anno 1,3 miliardi di euro che finiscono fuori dai confini nazionali, per un totale di circa 500mila trattamenti, tra pensioni di anzianità, vecchiaia, invalidità. Il 40% degli assegni resta in Europa, altri seguono le destinazioni classiche dell’emigrazione italiana (Stati Uniti, Canada, Argentina).

Una quota considerevole, in vistoso aumento, riguarda mete esotiche dove molti italiani hanno stabilito il loro “buen ritiro”, come Santo Domingo, Messico, Costarica, Thailandia. L’attuale crisi economica spinge ancor di più molti connazionali a godersi la pensione scegliendo luoghi con un più alto potere d’acquisto.

Tra i paesi esotici più in voga, attenzione al Brasile, dove, in spregio agli accordi bilaterali, vige una doppia imposizione che costringe più di un migliaiaio di pensionati italiani a pagare le tasse in Italia e in Brasile.

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Warsamé Dini Casali