Pensioni. “Esodati”, rinvio di un anno. Mobilità valida fino a fine 2011

ROMA – Una soluzione è stata trovata per gli “esodati”, coloro che incentivati ad uscire dal lavoro si ritrovano nella terra di nessuno dei senza reddito e senza pensione. L’incentivo serviva a compensare i contributi mancanti: con le nuove regole dovrebbero aspettare anche 5 anni, o comunque lunghi periodi prima di ottenere il sospirato assegno previdenziale. Il caso riguarda anche coloro usciti dal lavoro per accordi di crisi, fallimento o riorganizzazioni aziendali.

Già in Commissione sarà data via libera al differimento di un anno dell’applicazione delle nuove norme pensionistiche contenute nel decreto salva-Italia. Per questo correttivo, da inserire nel decreto milleproroghe, la copertura (questo era il problema all’esame della Commissione) c’è: l’intesa tra Pdl, Pd, Terzo Polo e Popolo e Territorio (Silvano Moffa presiede la Commissione) prevede appunto un sì senza aspettare la discussione in aula. Sul milleproroghe il Governo non metterà la fiducia ma se sugli esodati ha accolto la richiesta dei partiti, sulle penalizzazioni patite dai lavoratori precoci e da quelli in mobilità si riserva di attendere i risultati del monitoraggio sulle coperture finanziarie. Sono in agenda, ma verranno discusse in aula.

Quanto alle penalizzazioni dei lavoratori precoci, parliamo della quota di assegno calcolata con il sistema contributivo per chi va in pensione prima dei 62 anni. Adesso la penalizzazione è fissata all’1% per gli ultimi due anni prima dei 62 e al 2% per gli anni precedenti: ci sarà un ritocco verso il basso, una penalità meno onerosa per il pensionato. Che terrà conto anche delle differenze di genere: le lavoratrici maturano il diritto alla pensione dopo 41 anni e 1 o 3 mesi, un anno in meno dei colleghi maschi. Vantaggio che però le donne scontano sull’asssegno: questa differenza verrà limata.

Per i lavoratori in regime di mobilità si tratta quindi sulla dilazione al 31 dicembre 2011 del termine della validità degli accordi sindacali si mobilità. Ci saranno ritocchi, sempre subordinati all’eventuale copertura, sulla quota di lavoratori in esubero di Inpdap e Enpals dopo la fusione dei due enti nel super-Inps.

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Warsamé Dini Casali