
ROMA – Pensioni, esodati: solo un assegno su tre liquidato. Tutti i numeri. Secondo l’Inps, ad oggi di assegni previdenziali erogati in favore dei cosiddetti esodati ne sono stati erogati 27 mila su 80 mila richieste con i requisiti in ordine: il monitoraggio riguardava i primi tre interventi di salvaguardia per un platea complessiva di 130 mila da salvaguardare. Si evince che solo un terzo degli aventi diritto (cioè poter andare in pensione con le regole del 2011 in deroga alla legge Fornero) ha incassato l’assegno; si capisce che stime e e previsioni siano state fatte precipitosamente visto che mancano all’appello buone 50 mila richieste. Per esempio, dei 40 mila stimati nella seconda tranche di salvaguardia dei lavoratori in mobilità, ammessi alla fine sono stati poco più di 5 mila.
Ma perché sono stati liquidati così pochi assegni? Risponde il direttore generale dell’Inps Mauro Nori: “La differenza maggiore tra diritto certificato ed erogazione della pensione l’abbiamo sui lavoratori in mobilità. In molti casi queste persone resteranno ancora per anni con il sussidio previsto e la pensione scatterà solo dopo. Quindi anche se hanno il diritto certificato, l’assegno non poteva essere già messo in liquidazione”. Significa che la questione esodati durerà ancora a lungo, conclude Enrico Marro del Corriere della Sera.
Del resto, ai 130 mila potenziali beneficiari delle prime tre salvaguardie ne vanno aggiunti 9 mila della quarta decisa lo scorso agosto, che potranno presentare domanda fino al 26 febbraio 2014, e altri 17 mila previsti dalla legge di Stabilità, per un totale che supera le 156 mila unità. Con un costo davvero pesante: circa 11 miliardi e mezzo in nove anni, dal 2012 al 2020, che dovranno essere spesi per pagare pensioni che altrimenti (applicando i requisiti dalla riforma Fornero) non si sarebbero pagate. E che la storia degli esodati si esaurisca con la quinta salvaguardia è davvero improbabile.