
ROMA – Tagliare le pensioni, non più solo quelle d’oro, non per fare cassa ma per redistribuire la ricchezza con l’istituzione di un “reddito di inserimento”, che assomiglia molto al “reddito di cittadinanza”. Per questo le intenzioni del ministro del Lavoro Enrico Giovannini, illustrate dal Corriere della Sera, vengono lette da Libero come un esca per far abboccare il Movimento 5 Stelle all’amo di una nuova maggioranza.
Riporta Enrico Marro sul Corriere:
“Ā«Quello che stiamo studiando sulle pensioni dāoro ĆØ un intervento redistributivo e non per abbattere il deficitĀ». La conferma ĆØ venuta ieri dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, al meeting di Comunione e liberazione, a Rimini. Insomma, non un prelievo per far cassa, nĆ© un contributo simbolico sulle pensioni più ricche (oltre 90mila euro) […] Quello allo studio ĆØ invece un intervento per dirottare risorse dalle pensioni medio-alte, in particolare quelle che contengono un forte āregaloā rispetto ai contributi versati, agli assegni più poveri, considerando che i giovani, ai quali la pensione verrĆ calcolata interamente col metodo contributivo (assegno commisurato ai versamenti effettuati durante tutta la vita lavorativa), rischiano di avere trattamenti insufficienti se non hanno una carriera di lavoro continua.
Certo, ha precisato Giovannini, Ā«il tema ĆØ complicatoĀ» perchĆ© per un intervento redistributivo serio Ā«bisognerebbe scendere dalle pensioni dāoro a quelle dāargento e forse oltreĀ». Non a caso lāipotesi che i tecnici stanno valutando ĆØ di prendere in considerazione tutte le pensioni superiori a dieci volte il minimo, circa 5mila euro al mese, e prevedere un contributo crescente con lāimporto della pensione, perchĆ© Ā«se si chiedono sacrifici a tutti il criterio della progressivitĆ ĆØ importanteĀ», dice il ministro”.
Ma ĆØ in un’intervista al sito Linkiesta che Giovannini lancia l’esca ai grillini:
“Ragioniamo sulla creazione di un sistema di reddito minimo dāinserimento, una strada migliore rispetto al reddito di cittadinanza […] Ć un progetto di reddito di inclusione, non una semplice social card: infatti ĆØ condizionato dallāattivazione sul mercato del lavoro, dal mandare i figli a scuola, dalla partecipazione alle attivitĆ sociali. Ć un programma per lāinclusione sociale. Se andrĆ bene ragioneremo sulla possibilitĆ di creare un sistema di reddito minimo di inclusione e inserimento, che sanerĆ uno dei ritardi storici dellāItalia che, insieme alla Grecia, ĆØ lāunico paese a non avere uno strumento del genere. […] Il programma di inclusione sociale in cui cāĆØ un reddito associato ad altre attivitĆ ĆØ una strada migliore del reddito di cittadinanza. Forme come quella proposta dal M5s possono spingere ad una riduzione dellāofferta di lavoro. GiĆ in Italia lavorano relativamente poche persone, lāultima cosa di cui abbiamo bisogno ĆØ una riduzione dellāofferta di lavoro”.
La conclusione che ne trae Libero, col titolo in prima pagina: “Ci tagliano le pensioni per pagare il ribaltone” ĆØ che “altro che togliere i quattrini agli assegni d’oro per aumentare quelli più bassi. Il ministro Giovannini conferma che il vero obiettivo dell’esecutivo e finanziare il reddito di inserimento per convincere i 5 Stelle a fare un governo con la sinistra”.
