Pensioni, licenziamenti, privatizzazioni: i punti della lettera all’Ue

La lettera di Berlusconi alla Ue

ROMA – Privatizzazioni, liberalizzazioni, licenziamenti, pensioni. Tante le novità inserite che il premier Silvio Berlusconi ha portato alla Ue dopo l’ultimatum di Bruxelles inviato domenica all’Italia. Undici pagine di programma diviso per capitoli e che per lo più riassume quanto già inserito nelle due manovra estive. Il tutto per pareggiare il bilancio nel 2013. Ma quali sono questi punti, questi capitoletti che caratterizzano la lettera? E come si rapportano con un’altra lettera, quella inviata dalla Bce al governo italiano?

Liberalizzazioni. Nella sua lettera di agosto la Bce aveva chiesto all’Italia di procedere alla liberalizzazione delle professioni e dei servizi pubblici locali. Il governo italiano limiterà i diritti di esclusiva per i servizi in capo agli enti locali. Più concorrenza per le pompe di benzina.

Privatizzazioni. Chiesta anche una privatizzazione su larga scala dei servizi pubblici locali che fanno capo alle aziende municipali. Il governo italiano ha però deciso di vendere il patrimonio pubblico ricavando così 15 miliardi in 3 anni. Si va inoltre verso la cessione delle Spa, proprietà oggi degli enti locali.

Contratti e salari. Sottolineata (dalla Bce) l’esigenza di riformare il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi a livello nazionale, il governo italiano ha ricordato l’articolo 8 della manovra d’agosto che deroga l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Previsto anche un credito d’imposta alle aziende che assumono.

Licenziamenti. La Bce nella lettera aveva chiesto una revisione delle norme su assunzioni e licenziamenti, bilanciata da un sistema di assicurazione dalla disoccupazione. Entro maggio 2012 il governo varerà una riforma per favorire i licenziamenti dei lavoratori assunti a tempo indeterminato. Licenziamenti per “motivi economici”.

Pensioni. La Bce ha chiesto criteri più stringenti sulle pensioni di anzianità e un’accelerazione delle misure di correzione del bilancio. Il governo non tocca le pensioni di anzianità. Fissa la soglia dei 67 anni per la vecchiaia, ma di fatto è la conferma delle norme già vigenti.

Pubblico impiego. Chiesta dalla Bce una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, attraverso il turnover e, se necessario anche la riduzione degli stipendi. Il governo imporrà la mobilità obbligatoria. Cassa integrazione con riduzione del salario. Riviste inoltre le “piante organiche”, si va verso dei licenziamenti.

Regole di bilancio. Appropriata secondo la Bce una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio di Stato. Il governo spiega che una commissione di personalità prestigiose farà da “consulente” per la riduzione del debito. Pareggio di bilancio scritto nella costituzione entro giugno 2012.

Enti locali. Chiesto dalla Bce un maggiore controllo delle spese degli enti locali. Auspicata inoltre la fusione degli stati amministrativi intermedi, come le Province. Il governo risponde che entro il 2012 saranno eliminate, o quantomeno ridotte le Province: funzioni attribuite a Comuni e Regioni. Snellimento inoltre degli apparati burocratici.

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Alessandro Avico