Pensioni: nel 2016 meno soldi del 2015. Prima volta dal 1995

Pensioni: nel 2016 meno soldi del 2015. Prima volta dal 1995

ROMA – La maggior parte delle pensioni del 2016 sarà di importo inferiore rispetto al 2015: non succedeva dal 1995 (anno della riforma Dini). Il taglio delle pensioni, che colpirà i pensionati più poveri (più del 70% del totale), sarà – ogni mese – di un euro ogni mille di pensione, più un conguaglio iniziale.

Un taglio che avviene per colpa dell’Inps, che ha sbagliato i calcoli dell’inflazione nel 2015 e si riprende indietro i soldi degli adeguamenti erogati in più quest’anno. L’inflazione infatti è stata più bassa delle attese e di conseguenza l’adeguamento doveva essere minore. Scrive Carlo Gravina sul Secolo XIX:

Gli effetti di questa decisione peseranno soprattutto sugli assegni più bassi, quelli inferiori a tre volte il minimo (l’Istat calcola che sono circa il 70-72% le pensioni che non superano i 1300 euro netti al mese, circa 18 milioni di assegni) perché queste pensioni non sono state toccate dalla sentenza della corte Costituzionale che ha bloccato, per gli assegni tra 3 e 6 volte il minimo, lo stop all’adeguamento previsto dalla norma precedente. Gli assegni più bassi, quindi, a gennaio dovranno restituire mediamente una decina di euro e, complessivamente, nel 2016 percepiranno una pensione più bassa.

L’Istat intanto aveva pubblicato i dati sulle pensioni. Nel 2014 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche ha superato i 277 miliardi di euro con un aumento dell’1,6% sul 2013. L’incidenza sul Pil è cresciuta di 0,2 punti dal 16,97% al 17,17%. Le pensioni in Italia nel 2014 sono state 23,2 milioni.
Il 47,7% delle pensioni è erogato al Nord per il 50,5% della spesa e il 48,2% dei pensionati mentre il 20,4% delle prestazioni va nelle regioni del Centro (21,4% della spesa). Il restante 31,9% delle pensioni è erogata nel Mezzogiorno (28,1% della spesa complessiva).

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